Venezia è la città del
supersforzo: realizzata nelle condizioni più difficili e senza economia di
mezzi, viene dall’anima e fa appello all’anima.
Diceva il Buddha: "Con la consapevolezza, con la padronanza di sé, il saggio si costruisce un'isola che nessun diluvio può sommergere". Perché costruire la propria casa sull'acqua? Per avere sempre difficoltà da trasformare in Presenza.
A Venezia, città dalla
sopravvivenza sempre minacciata, vivere richiede uno sforzo in più. Nello
slancio, la città va oltre se stessa e diventa Oriente senza essere a oriente,
luogo di frontiera lontano dalle frontiere. Costruendo sull’acqua, Venezia si
mette in una posizione limite e prova a non stare più da nessuna parte, sfuggendo
al tempo e alla geografia. Per lunghe ore del giorno, la linea di demarcazione
tra cielo e laguna è invisibile.
"Affrettati a coltivare la
saggezza, fai di te stesso un’isola. Terso da macchie e
impurità, sei libero dalla nascita e dalla morte." (Buddha)
A Venezia osserviamo la vita e la rappresentazione della vita. I veneziani mettono in scena i loro sogni, riproducono i momenti di rapinosa bellezza vissuti in Oriente, nel Nord Europa, a Firenze. Doppia è la vita dei veneziani, duplice la loro attenzione. Allo stesso modo, due volte vediamo i loro palazzi: in terra e riflessi sull'acqua. Ecco il supersforzo dei veneziani: vivere, sopravvivere e creare un'anima.
È stato detto che l'arte
presuppone il controllo delle passioni. In ogni suo palazzo, in tutti i suoi
arabeschi, Venezia sembra che aggiunga: Sì, bisogna essere oltre le passioni,
ma per creare un’anima bisogna vivere con passione.
Più non si va, se pria non morde,
anime sante, il foco: intrate in esso,
ed al cantar di là non siate sorde.
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