Dove le
pieghe del cielo si uniscono, c’è un gancio d’oro. Sotto, gli uomini incontrano
il divino. Ma gli uomini che incontrano il divino sono due sposi che si stanno
guardando negli occhi: così facendo sentono intensamente il momento e scolpiscono l'uno nell'altra una rupe da cui alzarsi in volo. Quel
gancio in cielo indica che gli sposi hanno un appiglio per sollevarsi: nell'amore trovano una via tra le stelle, possiedono quella giusta temperatura del cuore che permette la fusione della terra. Gli sposi si perdono e si trovano negli occhi, si accendono l'uno nell'altra a intermittenza: hanno un'altalena appesa in cielo (Vincenzo Foppa).
Io sono il sole e vado oltre me stesso: di questo esulto. Intorno a
ognuno è tracciato un cerchio che lo incatena: la mia letizia rompe la
gabbia in più punti, facendo di me un essere libero e liberatore. Sorrido appena, perché se uscissi troppo, non avrei più nulla da dare. Quello che manifesto basta però a creare rosso calore sotto di
me, confinando in alto la materia grezza. E le mie creature, i laboriosi uomini, le amo al punto di trasformarmi in loro specchio: perché nei modi più vari – dritti o serpentini – cerco
di farli uscire dalla loro gabbia.
Più non si va, se pria non morde,
anime sante, il foco: intrate in esso,
ed al cantar di là non siate sorde.
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