mercoledì 9 settembre 2015

Osho e Gurdjieff: fuori dal "carcere", dentro al carcere


Molto è stato scritto sulle analogie e le differenze tra Osho e Gurdjieff. Una delle similitudini meno note e più curiose è che entrambi, mentre insegnavano a evadere da "prigioni" interiori, finirono per questo stesso insegnamento in prigioni esteriori. La disavventura raggiunse entrambi nel Paese in cui il loro lavoro avrebbe dovuto raggiungere la massima fioritura: gli USA.

L'arresto di Osho in North Carolina, nel 1985, è vicenda nota. Quello di Gurdjieff in America, negli anni Trenta, è sconosciuto ai più. La storia è raccontata da Fritz Peters in I miei anni con Gurdjieff e ripresa da J. Webb in The Harmonious Circle. Secondo questi autori, una donna di Chicago cominciò a seguire devotamente Gurdjieff in tutti i suoi spostamenti americani, finché la famiglia non intervenne facendola rinchiudere in manicomio. Quando ella si suicidò pochi giorni dopo, la situazione precipitò: Gurdjieff "venne incarcerato, mi pare, nell'isola di Ellis, per dieci giorni" (Peters). Grazie all'interessamento dei suoi studenti, il Maestro armeno fu liberato, ma dovette lasciare il Paese e in seguito avrebbe incontrato difficoltà a rientrarvi (Webb).

Come Osho, dunque, Gurdjieff fu arrestato per reati verosimilmente mai commessi, rimase in carcere dieci giorni, fu liberato grazie ai suoi studenti e dovette lasciare gli USA. Qui finiscono le analogie e iniziano le differenze. Mentre la detenzione e l'espulsione di Osho sarebbero state da lui più volte denunciate in pubblicosu quelle di Gurdjieff calò il silenzio: il Maestro armeno apparentemente non ne parlò, i suoi studenti tacquero (a eccezione di Peters, studente sui generis) e la biografia più famosa (James Moore) non la menziona. Anche Gurdjieff in the Public Eye 1914-1949, una raccolta di articoli giornalistici su Gurdjieff opera dello studente gurdjieffiano P.B. Taylor, tace sull'episodio. Il risultato è che oggi di un evento così clamoroso abbiamo solo scarne notizie.

Forse per Gurdjieff e i suoi studenti le accuse, la detenzione e l'espulsione erano stati attrito e "pagamento", ovvero esperienze da attraversare in silenzio. In Quarta Via si dice: l'unica autodifesa è l'autoricordo. Anche per questo il tempo è stato galantuomo: oggi tutte le polemiche sono evaporate e di Gurdjieff viene ricordato (quasi) solo l'Insegnamento. Gli "io" hanno lasciato il tempo che hanno trovato.

Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

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