domenica 6 settembre 2015

Sonno e sogni lucidi


Con la crescente diffusione dei libri di Castaneda e sul sogno lucido, capita spesso di sentire domandare: "Cosa dice la Quarta Via del sonno e dei sogni lucidi?". La domanda è probabilmente motivata dal fatto che, secondo alcuni, Gurdjieff sarebbe tra le fonti letterarie che hanno ispirato l'opera di Castaneda.

La risposta è: "Non molto". Come ha scritto Maurice Nicoll: "Questo Lavoro non parla direttamente dei sogni. Tuttavia, c'è qualcosa che viene detto" (Commentari, 20 Novembre 1943). Prima di continuare a leggere questo interessante saggio di Nicoll, vediamo alcune delle cose che disse Gurdjieff sull'argomento. 

Nel soffitto della Casa di Studi al Prieuré, egli aveva fatto scrivere ad Alexandre de Salzmann, in un alfabeto speciale, 38 famosi aforismi, tra cui: "Il riposo non dipende dalla quantità, ma dalla qualità del sonno" e "Dormi poco senza rimpianto". Egli doveva mettere in pratica entrambi, se è vero quello che racconta T. Tchechovitch (A Master in Life): "[Al Prieuré] Non abbiamo mai visto Gurdjieff andare a letto prima di noi, o alzarsi dopo di noi".

Il 9 settembre 1943, a Parigi, qualcuno interrogò Gurdjieff direttamente sul sogno lucido: "Si può dormire consapevolmente, ovvero restare consci durante il sonno?". La risposta fu: "Sì, ma non per te ora". Dopodiché, il Maestro passò ad argomenti leggermente diversi. Nell'estate del '49, poco prima di morire, ribadì a un giovane P.B. Taylor l'importanza del dormire poco ma bene, aggiungendo: "Se dormi troppo a lungo, cominci a sognare, e quando sogni non raccogli energia in modo efficiente. Anzi, potresti perderla".

L'argomento era stato toccato anche in una conferenza al Prieuré del 30 gennaio 1923. Qui si parla di stati intermedi tra sonno e veglia, specificando che sono dovuti all'interruzione o meno dei collegamenti tra i centri. "Lo scopo del sonno si raggiunge solo quando tutte le comunicazioni tra i centri sono interrotte ... Solo in tal caso la macchina può produrre ciò che il sonno è destinato a produrre ... Il sonno profondo è uno stato in cui non abbiamo né sogni né sensazioni. Se ci sono dei sogni, significa che uno dei collegamenti non è sospeso ... Insomma, se la macchina è in buono stato, ha bisogno di pochissimo tempo per produrre quella certa quantità di sostanza che costituisce la ragion d'essere del sonno; in ogni caso, molto meno di quanto siamo abituati a dormire".

Torniamo al saggio di Maurice Nicoll citato in apertura, A Brief Talk About Dreams. Eccone alcuni estratti: "La principale cosa che dice [il Lavoro] è che è inutile studiare i sogni, e che tutti i sistemi psicologici basati sullo studio dei sogni sono fantastici, perché non appena cominci a studiare i sogni, li alteri". "Il Lavoro però insegna qualcos'altro sui sogni: per esempio, che esistono diversi tipi di sogni non riconosciuti dalla psicologia occidentale. I sogni, insegna il Lavoro, sono di diverso tipo perché possono venire da ogni centro e da ogni parte di un centro. Una volta, parlando con G., mi disse che la maggior parte dei sogni viene dal centro motorio ... ovvero, sono echi di cose viste durante il giorno, sensazioni e movimenti ... Essi non hanno né significato né importanza ... I sogni istintivo-motori sono, in genere, caotici ... [Ma esistono anche] sogni intellettuali, sogni emozionali, sogni sessuali ... e sogni che vengono dai centri che non usiamo, ovvero il Centro Emozionale Superiore e il Centro Intellettuale Superiore. Su essi voglio dire una cosa, per ora: i sogni che vengono dalle parti superiori del Centro Emozionale o dal Centro Emozionale Superiore sono sempre caratterizzati da quella che potremmo grossolanamente chiamare una formulazione teatrale ... La maggior parte di noi riconoscerà che talvolta siamo visitati da sogni molto strani, in qualche caso magnificamente strutturati e portatori di un messaggio che non riusciamo a decifrare."

Non è un'opinione di poco conto: prima di diventare maestro di Quarta Via, Nicoll fu un eminente psicologo della Scuola di Jung, oltre che un grande amico di quest'ultimo. 

Addendum

Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

Nessun commento:

Posta un commento