giovedì 19 febbraio 2015

Linee serpentine, linee rettilinee



Roma è piena di acque.

Acque animali, vegetali, mercuriali, solari. Acque che escono da delfini, da pigne, da Mercuri, da dischi solari. A Piazza di Spagna c’è un esempio di fontana solare. Un sole antropomorfo tiene gli occhi rovesciati all’indietro e l’acqua gli sale alla bocca. I suoi raggi sono serpentini e rettilinei, come due diversi modi di arrivare al mondo. Uno diretto, l’altro a zigzag; uno subitaneo, l’altro bisognoso di tempo. Sembra che questa scultura ci stia dicendo che due sono gli influssi celesti: il colpo di spada diritto al cuore e l’accompagnamento mano nella mano. Oggi siamo incisi, ma domani riceviamo una carezza.

Con gli occhi fissi al cielo, quasi inebriato, questo sole non cessa di dare acqua. È sempre ricolmo. Sembra che il cielo stia attingendo acqua da lui come da un pozzo. L’attenzione rivolta in alto gli deforma i tratti. Forse sta guardando la luna. Forse la ama. Per questo l'acqua sale in lui, come le maree dell’oceano.

Anche in me c’è una forza che preme ogni ora, strepitosa di immagini e sensazioni. Il segreto per dare costantemente è trovare una maniglia in alto, restarvi agganciati. La vera da pozzo sopra la nostra testa è il sole o la luna? Oppure il cielo, lo spazio vuoto tra di essi?

Più non si va, se pria non morde,
anime sante, il foco: intrate in esso,
ed al cantar di là non siate sorde.

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