domenica 8 marzo 2015

Un nuovo museo



Il mio lavoro consiste nel vigilare la bellezza. Letteralmente. Questa settimana ho preso servizio in un nuovo museo. Anche se è chiuso per lavori, le opere che occhieggiano dagli scatoloni o da sotto i teli ricordano che è uno dei venti musei più importanti d'Italia.  

Che una cosa sia “bella” vuol dire semplicemente che può fungere da supporto alla Presenza. Questo vale anche per gli alimenti: non per niente "sapienza" e "sapore" hanno la stessa radice. Un alimento povero come la pizza, a esempio, è difficile che evochi la presenza: un povero raramente ha di mira la creazione di stati sottili dell'essere. D'altra parte, i ricchi tendono a circondarsi di cose belle e fatte con cura perché intorno a esse avvertono - magari usando altre espressioni - più Presenza, ovvero più energia. L'approssimazione è sonno. 

Un uomo che non vede la bellezza non ha creato un legame tra i suoi centri superiori e inferiori. E vedere la bellezza vuol dire amarla.”  Maurice Nicoll

Vigilare la bellezza vuol dire amarla insieme ad altre persone, proteggere un tempio. In vari modi questo lavoro può ricordare il Sistema. Uno è attraverso l'invisibilità: chi custodisce la bellezza mettendola a disposizione degli altri non deve dare nell'occhio. "Se stai ricordando te stesso senza che gli altri se ne accorgano, vuol dire che lo stai facendo con successo", è un detto di Quarta Via. Un altro modo è tramite l'atto del controllare, che riporta alla mente il "controllo delle passioni". Per la precisione, controllare le passioni non vuol dire essere senza passioni, bensì fare della verità una passione. Osho diceva: "La vera fonte della tua energia è il cuore".

In definitiva, l'essenza - il miracolo - dell'arte è che un momento Presente dell'artista diventa il momento Presente di un'altra persona. Anche a secoli di distanza. 

O voi che avete l'intelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani.


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