Qualche post fa, ho parlato della prova del fuoco che Dante attraversa nel canto XXVII del Purgatorio. Subito dopo, egli fa un'altra cosa interessante: poiché sopraggiunge la notte, deve fermarsi insieme alle sue guide e aspettare che risorga il sole. Quando è buio, quando manca la luce celeste, nel Purgatorio non si avanza, ma si resta fermi.
Osho diceva spesso ai suoi discepoli, negli incontri privati: "Quando sei in uno spazio negativo, non fare assolutamente niente. Aspetta che passi". Ugualmente negli incontri privati, le cui trascrizioni sono diventate pubbliche solo recentemente, Gurdjieff disse: "Quando non hai un programma, qualsiasi cosa - per quanto stupida, folle e indegna - può governarti. Fidati soltanto del programma che avrai fatto mentre eri in uno stato speciale. La cosa più importante è fare questo programma: come vuoi comportarti, cosa vuoi fare, le relazioni che vuoi avere con gli altri. Questo è un programma. E credi solo in questo. Anche se Dio venisse a disturbarti, dicendoti di fare qualcos'altro, non credergli. Forse è venuto per metterti alla prova. Tu fai solo ciò che hai deciso nel tuo stato speciale".
Lo stato speciale è quando c'è il sole, l'aiuto celeste, perché con le nostre forze possiamo fare ben poco. D'altra parte, la notte, l'assenza del sole, è quando siamo lasciati a noi stessi: al posto del sole, i fuochi fatui degli io. Quello che tutti i Maestri ci dicono, da Dante a Osho passando per Gurdjieff, è che in questi momenti non dobbiamo prendere iniziative. Parte del programma concepito durante lo "stato speciale" è proprio questo non credere agli io.
"Esiste una legge semplicissima: un uomo deve mantenere la parola data; in tutti i casi, qualsiasi cosa accada. Se hai dato la tua parola che verrai a vedermi a una certa ora, anche se ti fanno a pezzi, anche se ti uccidono, devi venire. È una cosa piccola, ma forse è connessa a molte altre che non conosci. Se non vieni, il costo potrebbe essere un milione di franchi." (Gurdjieff)
Un'ultima cosa: quando Dante si ferma, essendo l'unico dotato di corpo fisico, si addormenta e sogna. I suoi sogni in questi casi sono sempre pedagogici. Non sono esperienze oniriche normali, ma celesti, inviate dall'alto. Anche di notte Dante impara, perché ha fatto la cosa giusta nel momento: fermarsi e non avanzare.
O voi che avete l'intelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani.
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