“Desidero che un uomo abbia una comprensione tale di questo Sistema, che
anche se lui venisse piegato, curvato e distorto in mille modi, continuerebbe a
puntare nella stessa direzione.” Gurdjieff
Ulisse è l’uomo che ovunque si trovi, qualsiasi cosa gli accada, non perde di vista il suo scopo. Innumerevoli
sono le distrazioni che incontra sul cammino, positive e negative. Tra queste
ultime, Polifemo e Circe; tra le prime, la ninfa Calipso. L’isola di
Calipso, Ogigia, è un paradiso in terra; la spelonca di Polifemo, un inferno: né l’una né l’altra riescono però a far desistere Ulisse dalla sua meta ultima,
Itaca.
In questo, Ulisse è l’anti-Pinocchio.
Il burattino Pinocchio non riesce a portare a termine nessuna delle sue
decisioni: ogni volta che comincia a fare qualcosa, ode il richiamo di un
piffero che lo porta in un’altra direzione. È così che le sue disgrazie si
sommano l’una all’altra, portando alla rovina anche il padre Geppetto. Il burattino
è colui che è mosso da fili esterni: pensa di decidere, in realtà non sta
decidendo nulla.
“Nessuno fa ciò che intende fare, né sa ciò che sta facendo”: questa frase di J.G. Bennett, un classico enunciato di Quarta Via, si
applica molto bene a Pinocchio e a tutti i compagni di Ulisse, che si perdono tra
frutti di loto e tori sacri a Zeus. Ulisse è l’unico che riesce ad arrivare a
Itaca; parafrasando la citazione iniziale di Gurdjieff, egli ha compreso il Sistema e non devia dallo scopo, qualunque cosa accada. Come fa? Intanto è paziente: “La pazienza è madre della volontà, e se non
avete una madre come potrete mai nascere?”, è una frase che Gurdjieff disse a
Bennett. In Sicilia, Ulisse è l’unico che ha la pazienza necessaria a non
mangiare le vacche sacre a Zeus. Per il resto… ne ho già parlato in un precedente articolo,
quindi non mi ripeto.
In quel precedente articolo c’era però una cosa che avevo lasciato in sospeso e ora desidero chiudere. Quando feci il mio personale viaggio a Itaca
insieme ad Amici del Lavoro, l’approdo a Itaca avvenne in una
spiaggia un po’ particolare. Oltre una striscia di sassi che costringevano a
camminare con grande attenzione, c’era infatti un vecchio, romantico cimitero
dell’Ottocento, dalle tombe ricoperte di fiori. Tutte le peripezie di quel
viaggio tormentato avevano trovato senso in quella visione: l’arrivo a Itaca –
il ritorno a casa – altro non era che… la morte.
O voi che avete l'intelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani.
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