giovedì 29 gennaio 2015

Sì, danzare



Quando balliamo, c’è un’altra danza che avviene all’interno del corpo: il respiro. Esso accende emozioni diverse, suscita movimenti nuovi e aggiunge grazia a ciò che stiamo facendo.

Il respiro è un moto dentro a un moto, il ritmo di un altro ritmo: percepire il respiro mentre danziamo è come stare allo stesso tempo in due mondi, scindersi osservando dimensioni parallele. Il risultato non è la schizofrenia, ma un misterioso afflusso di energia.

Questo guardare simultaneamente due oggetti diversi è stato chiamato nella Quarta Via "dividere l'attenzione".

Dividendo l’attenzione, la propria anima è presente.

L’attenzione va e viene; non dura, ma appare a sprazzi. Quando c’è, illumina il corpo ora in un punto ora in un altro: accentua quel movimento, rende più sciolto quell'altro, ci sorprende inventandone uno nuovo. Anche l’attenzione, col suo andare e venire, è un ritmo, una danza nel nostro corpo.

Semplicemente esserci, semplicemente muoversi: due cose che danno sempre una gioia inspiegabile.

Avvertiamo che dentro di noi, mentre facciamo qualcosa, sta avvenendo qualcos’altro. Se danziamo, altre forme di danza sorgono invisibili: portandoci l’attenzione esse sostengono la prima danza, altrimenti si disseccano e anche la danza originaria, quella del corpo, senza respiro né consapevolezza si inaridisce.

Danzare sempre meglio è essere sempre più attenti agli amici invisibili – respiro e consapevolezza – che si materializzano accanto a noi e ci tendono la mano per essere nostri compagni. Col respiro e la consapevolezza, fili d’oro, danziamo in compagnia, siamo sostenuti e offriamo sostegno. Essi ci lanciano in alto, ci spingono ad andare avanti e fanno arrivare la danza alla sua meta: la gioia condivisa.

Lume non è, se non vien dal sereno
che non si turba mai 

Nessun commento:

Posta un commento