martedì 27 gennaio 2015

Guardare l'arte con arte: appunti dai Musei Civici di Piacenza

Le persone sono rivelate dalle mani. Una santa e un'imperatrice che sta per diventare santa. Forse i più belli tra gli arti, perché sono i primi ad arrivare all'altra persona. Le nostre mani sono un dono dell'amato, degli amici – i genitori ce le donano due volte: prima fisicamente, poi travasandovi amore. Non abbiamo fino in fondo le nostre mani prima che da esse cominci ad arrivare anima. Mani più complete sono ciò che ci ritorna dall'amore e dalle opere: alla fine della vita ci vengono composte al petto a suggellare ogni cosa. Dopo tutto, non sono loro le prime a raggiungere la meta che ci siamo dati, aprendoci la strada? Il nostro punto più alto, lo raggiungiamo grazie alle mani.


Nella messa del Trecento la gente si accalcava intorno all'altare, non c'era distinzione netta clero/laici.




Dalla mano di Gesù esce letteralmente un fluido diretto all'ostia, che è nel nostro piano, mentre Gesù si trova al di là
Tanti esseri ti stanno facendo posto in questo momento. Sono morti affinché tu ora potessi esistere. Molte volte senti un’inspiegabile gioia in petto: è probabilmente l’altruismo di tante creature invisibili che si travasa in te. Anche tu, sacrificandoti per qualcuno che non conosci, andrai a comporre, insieme a tanti altri, le sue gioie inspiegabili. Senza coloro che verranno dopo di te, esisti solo a metà. Sei parte di chi ti ha preceduto.


Lume non è, se non vien dal sereno
che non si turba mai




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