giovedì 22 gennaio 2015

L'inizio di Marco Aurelio



I Pensieri di Marco Aurelio sono un’opera atipica, per non dire unica, nel panorama letterario dell’antichità. Il loro incipit, ovvero il primo libro, è a sua volta sorprendente: una stranezza nella stranezza.

In questo primo libro Marco Aurelio elenca tutte le persone importanti della sua vita, ringraziandole per quanto di buono gli hanno dato: “Da mia madre, il sentimento religioso, l’altruismo… Da mio padre, la modestia e il carattere virile…”, e così via per sedici personaggi più gli dèi.

Lo stile è solenne, grazie all’elisione del verbo “ho ricevuto”, che conferisce al primo capitolo un’essenzialità epigrafica.

Questo mettere per iscritto tutte le persone che ci hanno dato qualcosa di buono, riconoscendole e ringraziandole, è un procedimento che ha avuto un certo seguito, ma forse nessun precedente.

Oggi, in certi rami della psicologia, è prassi comune. Anche a me è capitato più volte di ricevere carta e penna da uno psicologo o un conduttore di “gruppi di crescita”, per scrivere le cose positive che avevo preso da genitori, parenti, amici ecc. È una bella pratica: sviluppa la gratitudine, distoglie l’attenzione da se stessi e allo stesso tempo ci permette di conoscerci meglio.

Quando però lo faceva Marco Aurelio, intorno al 170 d.C., sembra che nessuno ci avesse già pensato. Spulciando un po’ la bibliografia al riguardo, viene fuori che all’epoca i modelli più vicini al primo libro marcoaureliano fossero i testamenti, i cataloghi, gli inventari o addirittura le formule delle quietanze: tutte cose ovviamente molto distanti dallo spirito di questa opera.

Anche se tanta letteratura antica non ci è pervenuta, allo stato attuale delle conoscenze sembra che il primo libro dei Pensieri marcoaureliani sia stato un colpo di genio che ha anticipato di millenni pratiche della psicologia moderna, come il “diario della gratitudine” e la cosiddetta “psicologia positiva”.

Oggi, quando sui social network veniamo invitati ad attività tra il serio e lo scherzoso tipo “Scrivi tre cose al giorno per cui ti senti grato”, sappiamo che sotto sotto c’è un po’ di Marco Aurelio.

Adatta te stesso alle cose a cui la sorte ti ha assegnato. E ama, ma veramente, gli uomini coi quali il destino ti ha unito.”

Lume non è, se non vien dal sereno
che non si turba mai

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