venerdì 24 aprile 2015

In chiesa

 

OASI è acronimo per “Oltre Al Sé Inferiore”. In città, le oasi sono spesso le chiese. Isole di silenzio dove ci si può rifugiare per ricaricare le batterie o lasciare che il fango si depositi sul fondo, fino a quando le acque non tornino limpide.

Uno dei motivi per cui oggi le chiese sono semivuote è che non riconosciamo di avere bisogno di aiuto. A tutte le ore, in noi c'è una battaglia che ha bisogno di supporto esterno, tanto più se ci troviamo nella selva oscura di un mondo in cui "il sonno è indotto e mantenuto da tutta la vita circostante, da ogni circostanza esterna" (Gurdjieff). Riconoscere la necessità di ricevere aiuto è un passo importante in Quarta Via (e non solo).

Accade che certe chiese siano come un ascensore che ci porti velocemente in alto. In passato, si sono impregnate di energie sottili che ora ricedono goccia a goccia, lentamente. Per questo, più passa il tempo, più le senti cariche. Sembrano vini che invecchiano bene.

Certamente il cristianesimo è una religione che fa ampio uso dell’immaginazione. Basti pensare al corpo di Cristo che viene scorto nell’ostia. Ouspensky diceva: “Immaginate di essere già consci”, affinché pian piano si cominci a diventarlo. È possibile fare buon uso anche dell’immaginazione, il “nemico numero uno” della Presenza. Si legge che il cristiano impari a mangiare dall’eucaristia, apprenda i sapori dalla liturgia. E cosa può rendere più presenti che immaginare di avere il corpo del proprio Maestro davanti a sé? Anzi, Dio stesso? 

Le chiese cristiane sono nate come luoghi in cui chiedere letteralmente aiuto, tramite l'orazione. Di fatto, finiscono con l'offrire esse stesse aiuto al di fuori di ogni rito, come tutti i templi del mondo. 

Ed elli a me: Questa montagna è tale,
che sempre al cominciar di sotto è grave;
e quant'om più va su, e men fa male.


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