giovedì 23 aprile 2015

Il miglior lavoro di cui siamo capaci


In Quarta Via Ouspensky dice: "Il ricordo di sé non può essere prodotto da un lavoro debole e lento -- il lavoro di uno o due centri soltanto. Puoi anche cominciare con due centri, ma non è sufficiente, perché gli altri centri possono interrompere il ricordo di sé e bloccarlo. Se però metti tutti i centri al lavoro, nulla può più arrestare il ricordo di sé. Devi sempre ricordare che il ricordo di sé richiede il miglior lavoro di cui sei capace".

Cosa vuol dire lasciare fuori uno o più centri dai miei sforzi per ricordare me stesso? Se lascio fuori il centro motorio, vuol dire che nonostante le mie migliori intenzioni, continuerò a grattarmi, mettere le mani tra i capelli, fare piccoli gesti inconsapevoli che portano via la presenza. Se escludo il centro intellettuale, mi trovo nella situazione del meditatore immobile nella posizione del loto, ma con la testa occupata da pensieri che impediscono l'affiorare dello stato di Presenza. Se trascuro il centro emozionale, significa forse che la mia valutazione della Presenza non è sufficiente: anche se tengo sotto controllo corpo e mente, non farò molta strada se mi emoziona di più una partita di calcio che la creazione della mia anima.

Quando questi tre centri - istintivo-motorio, intellettuale ed emozionale - si incontrano e hanno lo stesso scopo, la Presenza può diventare salda. Se continua a non apparire, può essere utile chiedermi quale ingrediente ho dimenticato.

Ricordiamoci che è impossibile essere più emozionali a comando: possiamo cercare di essere più presenti, non più emozionali. Questo è il modo di aumentare le nostre emozioni, insegnava Ouspensky. "Una carenza di emozioni indica una carenza di sforzi."

Tutto ciò, espresso con il linguaggio del Sistema, che ha il pregio di consentirci di parlare di noi stessi con distacco. Osho diceva semplicemente "Sii totale in quello che stai facendo", ed era probabilmente la stessa cosa. Essere totali è "il miglior lavoro di cui siamo capaci".

Ed elli a me: questa montagna è tale,
che sempre al cominciar di sotto è grave;
e quant'om più va sù, e men fa male.

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