domenica 26 aprile 2015

I suoni


I suoni fluttuano nell’aria risvegliando ora l’una, ora l’altra parte del nostro corpo. Non si dovrebbe chiedere: in quale parte del corpo avverti questo suono? Ma: quale parte del corpo è da questo suono agganciata e sollevata? Dietro ogni parte che s'alza va la nostra anima, grazie ai suoni aleggiamo su noi stessi.

Tutti i suoni uditi con presenza fanno scomparire un corrispondente suono interno. Il suono reale dissolve quello immaginario. D’altra parte, il suono udito distrattamente si trasforma subito in immaginazione.

Nei luoghi in cui c'è un suono continuo, a esempio in riva al mare, Lavoriamo senza interruzione. Immersi nei suoni, ogni nostro lato ha una definizione. Sulla punta delle orecchie troviamo la via di fuga. 

Davanti ai suoni, diventiamo come quadri dentro una cornice. I suoni percepiti con l'attenzione divisa sono una ghirlanda intorno alla testa, efflorescenza generata dalla nostra attenzione. Senza i suoni, l'attimo sarebbe più piccolo. 

Ogni fontana è un'espediente per avere un suono continuo cui prestare attenzione. Le fontane invitano all'avvicinamento, a un ascolto sempre uguale e diverso. Nella Piazza Farnese di Roma, il suono e l'acqua giungono letteralmente in cima a un fiore. Il suono è una fioritura dell'essere, le orecchie sono parte del nostro pagamento per creare un'anima.  

C'è un suono interiore che emettiamo per il solo fatto di essere vivi: esso è il negativo del mondo. Chi per avventura abbia a lungo un orecchio fasciato può farsene un'idea: l'orecchio buono continua a udire, nell'orecchio muto sorge la controfigura dei suoni. Questo "anti-suono" è il ronzio del cuore.

Ed elli a me: Questa montagna è tale,
che sempre al cominciar di sotto è grave;
e quant'om più va su, e men fa male.

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