Diana Huebert fu una danzatrice classica di Chicago, abbastanza nota - sembra - negli anni Venti e Trenta. Dal 1932 al 1935 frequentò assiduamente Gurdjieff. Di quegli incontri, ci ha lasciato deliziosi appunti scritti negli anni Settanta e mai pubblicati. Da essi è tratto il seguente passaggio:
[Diana ha appena manifestato a Gurdjieff il dubbio se continuare a praticare danza, in quanto si sente troppo avanti con gli anni.]
Quando ebbi finito, Gurdjieff si alzò dalla scrivania e venne verso di me. Con grande emotività, mi disse:
"Da dove vengo io, nei monasteri, ci sono molti ottimi danzatori, a tutti gli stadi di sviluppo e di ogni età. Solo i danzatori più anziani, però, hanno il permesso di danzare nei templi. Solo chi ha finito anni e anni di apprendistato. Solo le donne più anziane danzano nei riti. E sono tutte fuoco... tutte perfezione... i loro movimenti sono meravigliosi... ogni cosa viene eseguita con precisione. Tutte queste donne sono anziane, superano i sessanta anni, ma danzano come Dee".
Gurdjieff qui appare come un uomo che per tutta la vita ha portato nel cuore il ricordo non solo di se stesso, ma anche degli Amici con cui ha Lavorato.
Ordinariamente, quando un uomo si separa dalla sua comunità spirituale, comincia a perdere il Lavoro. Con il tempo, potrebbe anche convincersi che Esso non esiste e lui è stato vittima di un'allucinazione. Per fortuna, esiste anche un punto oltre il quale si crea "una tendenza permanente a evolversi": in quel caso, ovunque si vada, l'Insegnamento resta con noi. A una condizione: che si continui a fare pagamento. La stessa Huebert ci racconta, a esempio, che in cucina Gurdjieff indossava volontariamente un grembiule sporco, in quanto ciò gli dava naturalmente fastidio.
Ordinariamente, quando un uomo si separa dalla sua comunità spirituale, comincia a perdere il Lavoro. Con il tempo, potrebbe anche convincersi che Esso non esiste e lui è stato vittima di un'allucinazione. Per fortuna, esiste anche un punto oltre il quale si crea "una tendenza permanente a evolversi": in quel caso, ovunque si vada, l'Insegnamento resta con noi. A una condizione: che si continui a fare pagamento. La stessa Huebert ci racconta, a esempio, che in cucina Gurdjieff indossava volontariamente un grembiule sporco, in quanto ciò gli dava naturalmente fastidio.
Lasciava intenzionalmente quelle macchie come sofferenza volontaria ... "Lo faccio per oppormi al fastidio 'schiavizzante'." Questa fu una lezione oggettiva per me e gli altri. Il Maestro usava continuamente ogni mezzo come fattore di Ricordo.
Del resto, un altro dei possibili pagamenti è proprio fare lo sforzo di ritrasmettere l'Insegnamento in altre terre, lontano da dove lo si è ricevuto: il che costituì buona parte della vita adulta di Gurdjieff.
Anche se l'Insegnamento viene tenuto in vita dentro di noi, però, resta indelebile il ricordo di chi ce lo ha trasmesso, soprattutto se era un'intera comunità di persone che Lavoravano. Stare vicino a queste persone, percepirne "la Bàraka" (termine islamico impiegato dalla Huebert per indicare l'energia sottile), poteva già essere una forma di ricordo di sé. E quando ci ricordiamo di noi stessi... ce lo ricordiamo.
Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.
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