La fusione, l'unità interiore, si ottengono per mezzo
dell'attrito, della lotta tra il sì e il no all'interno dell'uomo. Gurdjieff (riferito da P.D. Ouspensky, Frammenti).
Cos'è questa lotta tra il sì e il no? Boris Ferapontoff, segretario di Gurdjieff morto nel 1930, ce ne ha lasciato nei suoi appunti un'interpretazione: "Si può accrescere l'energia solo mediante la lotta tra il sì e il no. Se vuoi una cosa, fanne un'altra. Il risveglio ha bisogno di energia. La cosa più difficile è vedere il proprio desiderio dominante".
Tornano alla mente gli Incontri gurdjieffiani in tempo di guerra: "Crea una lotta tra la tua testa e il tuo animale ... Tu sai meglio di me con cosa lottare. Per esempio, se al tuo corpo piace qualcosa, se è abituato a riceverla, non dargliela più. La cosa importante è avere in sé un processo continuo di lotta, perché hai bisogno della sostanza che quella lotta ti darà" (Meeting Fifteen); "In te hai un cane che ti ostacola in tutto ... Devi distruggere questo cane" (Meeting One, 7/12/41); "Il corpo è un animale ... esso deve capire che deve obbedire, non comandare. Metti ognuno al suo posto" (Meeting Eighteen); "Fai l'opposto di ciò a cui il corpo è abituato. Fallo soffrire. Questo è l'unico modo di sviluppare la forza che ti manca" (Meeting Twentyfour, 20/4/44).
La lotta tra il sì e il no sembra dunque quella tra l'uomo e il suo animale. L'animale dice "Sì, voglio questo", e l'uomo "No", affinché il corpo capisca "che deve obbedire, non comandare". L'esempio che viene fatto spesso è quello della golosità, in particolare degli zuccheri. Bisogna sempre cominciare sulla piccola scala, con obbiettivi fattibili. Il Buddha disse che il cavallo migliore era quello che obbediva alla sola ombra della frusta: quando il corpo si rende conto che comanda qualcun altro, ubbidisce velocemente.
Tornando agli appunti di Ferapontoff (inediti in italiano, ma preziosi perché sono l'unica trascrizione delle conferenze costantinopolitane di Gurdjieff): "Bisogna cominciare con abitudini molto piccole. A volte sono difficili da vincere, perché sono connesse alle altre. Se uno sconfigge un'abitudine, ne scompariranno molte altre"; "Se ogni lotta è concentrata sull'accrescere la consapevolezza, non può avvenire una fusione sbagliata"; "Il metodo è individuale; qualcuno può avere bisogno di una cosa, qualcun altro di un'altra. Qualcuno potrebbe non avere bisogno di distruggere i suoi piccoli io, ma di acquisirne di nuovi".
La citazione finale introduce un elemento di relatività. Non ci sono formule universali, percorsi che vanno bene per tutti. Tanto meno ci sono parti del Sistema che possono essere applicate trascurando tutte le altre. Per quante istruzioni ci vengano date, alla fine dovremo sempre imparare a reggerci sulle nostre gambe.
Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.
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