Circa un giorno dopo, [Gurdjieff] mi chiamò nella sua dispensa. Questa dispensa, che sarebbe divenuta famosa, traboccava di ogni sorta di cibo delizioso da ogni parte d'Europa e del Medio Oriente ... Gurdjieff prese tre grandi scatole che riempì con venti diverse leccornie: dolci, salumi, marmellate ecc. "Ora", disse, "portane una a Madame Ouspensky" ... Inutilmente [Madame Ouspensky] cercò di dissimulare la gioia quando aprii il pacco per lei." (C.S. Nott, Further Teachings of Gurdjieff)
Quello che fa l'allievo alla presenza del Maestro, è assorbire. In superficie ascolta, assapora l'eventuale cibo (in India: prasada): di questo, nulla va rifiutato. È trasmissione di conoscenza, ed essa non deve incontrare barriere. Improprio, interrompere le parole magistrali con obiezioni: si arresterebbe il flusso. Leggendo le trascrizioni in altro luogo e momento, qualcuno potrebbe dire: "Non sono d'accordo", ma in quegli istanti il disaccordo è impossibile. Le parole sono solo un veicolo. Il cibo che viene offerto dal Maestro nutre a un altro livello e non fa mai male. La cucina di Gurdjieff è il tinello della festa perpetua, del Natale magico. Si ritorna bambini, e da lì si è presenti.
In certi momenti, a un osservatore esterno l'evento potrebbe sembrare insignificante: una cucina qualsiasi, un pasto, parole normali. Ma l'allievo sa che a un certo punto verranno dette parole significative, dietro l'evento ordinario si scorgerà in filigrana il miracoloso. C'è solo da restare passivi e bere, mangiare nei due mondi. Mangi con la bocca, e allo stesso tempo il cuore si impregna. Odi cose discutibili, vorresti intervenire, controbattere: ma sei oltre. Colano su di te le stelle, in quei momenti. È tutto giusto, tutto sacro: tacendo hai superato una prova e l'esperienza può diventare più profonda. A Roma, nell'oratorio di S. Barbara al Celio, si conserva la mensa di S. Gregorio: quando lui distribuiva il cibo ai poveri, alla sua tavola "appariva un angelo". Il cibo del Maestro, ricevuto in "povertà di spirito", diventa "pane degli Angeli".
Fu detto qualcosa sull'accattivarsi i sentimenti altrui. Io osservai: "In Inghilterra, dicono che per un uomo la via al cuore passa attraverso lo stomaco". Gurdjieff commentò: "Vedi, persino in Inghilterra ogni tanto dicono qualcosa di interessante!". (C.S. Nott, Further Teachings of Gurdjieff)
Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.
Nessun commento:
Posta un commento