mercoledì 25 novembre 2015

Psicosi di massa


Further Teachings of Gurdjieff di C.S. Nott è un libro che accenna più volte all'atteggiamento con cui Gurdjieff visse gli anni turbolenti della Seconda Guerra Mondiale.

Gurdjieff non rispondeva alle mie domande sulla guerra imminente, ma diceva piuttosto che non bisognava lasciarsi prendere dalla psicosi di massa, che occorreva lottare per affrontare in modo intelligente qualsiasi situazione si presentasse (p. 123; mia traduzione).

Arrivarono degli studenti americani che avevano lasciato Parigi subito prima dell'arrivo dei tedeschi. Gurdjieff li aveva ammoniti a non lasciarsi irretire dall'onda della psicosi di massa e a "contenersi" - 'Iramsamkeep', "io conterrò me stesso" (p. 167).

Secondo questo libro, evitare la psicosi di massa significa anzitutto "porre il Lavoro tra se stessi e la vita". Abbiamo in noi le terrificanti gargoyle di Notre Dame, scrive Nott, e dobbiamo guardarle in modo indiretto, altrimenti ci pietrificherebbero come la testa di Medusa: tra noi e loro ci devono essere le idee dell'Insegnamento, ovvero l'auto-osservazione e il ricordo di sé. 

Quando Kathryn Hulme andò a trovare Gurdjieff nella Parigi appena liberata, ebbe l'impressione che lui fosse ignaro degli eventi principali del conflitto, e glieli riassunse. Uno dei modi di restare indenni alla psicosi di massa potrebbe dunque essere esporsi il meno possibile all'influenza dei mass media, ma in realtà non sappiamo se Gurdjieff, di fronte alla studentessa in divisa dell'esercito americano, non stesse simulando. Più sicuro sembra il fatto che egli non si lasciò mai andare a esprimere degli "io" sulla guerra. Il silenzio di fronte all'attrito fu probabilmente una ricetta per la salute interiore e allo stesso tempo "un modo intelligente" di affrontare la situazione.

Anche se gli eventi erano contro Gurdjieff e la sua vita esteriore sembrava in un'ottava discendente, quella interiore era su un'ottava ascendente, perché lui aveva fatto uso di ogni circostanza ed evento per accrescere il suo essere e quindi la comprensione (p. 71).

La psicosi di massa di ottanta anni fa sembra ricorrente; oggi come ieri, dare troppa attenzione alle notizie che la generano può pietrificarci: in questi momenti si capisce più che mai perché l'Insegnamento viene paragonato a "un'Arca in cui si può trovare riparo dal diluvio", contenente "i semi da cui possono svilupparsi una cultura e una civiltà autentiche" (p. 113).

Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.

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