L'otto aprile 1924, a New York, un uomo chiese a Gurdjieff con quali soldi mantenesse il suo Istituto. La risposta di Gurdjieff costituisce l'ultimo capitolo del libro Incontri con uomini straordinari e comincia così: "La domanda che lei mi pone, stimatissimo dottore, ha sempre incuriosito una quantità di gente intorno a me".
Novantuno anni dopo, la situazione non è cambiata. Gli studenti di Quarta Via si sentono spesso chiedere: "Come si manteneva, Gurdjieff?". Il sottinteso è che se lo mantenevano i suoi studenti, era un personaggio sospetto. Eppure, in tutto il mondo gli uomini di religione (preti, monaci, cardinali, papi) vengono mantenuti volontariamente dai loro fedeli. Se fosse stato così anche per Gurdjieff, non sarebbe uno scandalo.
Il fatto è che lui costituisce un'eccezione. Salvo circostanze particolari, i soldi posseduti da Gurdjieff venivano da altri lavori. "Ho molti ruoli nella vita... Fa parte del mio destino. Tu pensi che io sia un maestro, ma in realtà [...] ho molte attività", disse Gurdjieff a Fritz Peters (I miei anni con Gurdjieff). Alcune di queste attività sono elencate nel succitato capitolo di Incontri: compravendita di azioni petrolifere, perizie di beni antiquariali, gestione di due ristoranti parigini. A proposito di quest'ultima, esiste un aneddoto curioso: Gurdjieff sfidò ai fornelli lo scultore Constantin Brancusi e il giudice fu Ezra Pound. La palma del vincitore andò al primo (P.B. Taylor, Real Worlds of Gurdjieff). Negli anni Quaranta, Gurdjieff disse a Fritz Peters: "Ho un fiorente commercio di tappeti e possiedo una fabbrica di ciglia finte" (I miei anni con Gurdjieff). P.B. Taylor, storico della Quarta Via, scrive che nel '39 Gurdjieff andò in America con numerose scatole di ciglia finte da vendere (Gurdjieff - A New Life). Come capitò che uno dei maggiori insegnanti spirituali del XX secolo avviasse una simile attività imprenditoriale, non è chiarissimo. Più note sono le sue attività di guaritore e taumaturgo, che gli consentirono di vivere dignitosamente nella Parigi occupata dai nazisti.
In tutte queste attività, Gurdjieff dovette avere un discreto successo, se è vero che per lunghi anni mantenne i suoi famigliari e aiutò (soprattutto durante la guerra) centinaia di persone in difficoltà. Già il primo giornalista occidentale che si occupò di Gurdjieff, C.E. Bechhofer Roberts, in A Journey Through Georgia (1921), scrisse: "[Gurdjieff] non sfrutta i suoi allievi; al contrario, mantiene molti di loro tramite le sue sempre più sottili finanze".
Per l'Istituto e "l'Opera" il Maestro caucasico accettava donazioni, ma (almeno all'inizio) con riluttanza. Lo stesso Fritz Peters faticò a regalargli un migliaio di franchi, alla fine della guerra. Perché? La risposta affonda le radici nell'Insegnamento e si trova sempre alla fine di Incontri: "I miei amici e le persone che provavano interesse o simpatia per le mie idee mi avevano varie volte proposto del denaro, ma io avevo sempre rifiutato, anche nei momenti difficili, perché preferivo superare gli ostacoli con i miei propri sforzi".
Qui è dove il discorso si fa pratico e contiene una lezione, per uno studente di Quarta Via. Quando Gurdjieff diceva che il Lavoro cominciava dal livello del buon padre di famiglia, sapeva di cosa parlava. Egli per primo incarnava le sue parole: "Nessuna via può cominciare a un livello inferiore a quello dell'obyvatel [il buon padre di famiglia]... La capacità di orientarsi nella vita è, dal punto di vista del Lavoro, una delle qualità più utili. Un buon obyvatel è di levatura tale da far vivere con il proprio lavoro almeno una ventina di persone" (P.D. Ouspensky, Frammenti).
Alla domanda "Come si manteneva Gurdjieff?", si può allora rispondere: "Lavorando tanto da mantenere più di una ventina di persone".
In tutte queste attività, Gurdjieff dovette avere un discreto successo, se è vero che per lunghi anni mantenne i suoi famigliari e aiutò (soprattutto durante la guerra) centinaia di persone in difficoltà. Già il primo giornalista occidentale che si occupò di Gurdjieff, C.E. Bechhofer Roberts, in A Journey Through Georgia (1921), scrisse: "[Gurdjieff] non sfrutta i suoi allievi; al contrario, mantiene molti di loro tramite le sue sempre più sottili finanze".
Per l'Istituto e "l'Opera" il Maestro caucasico accettava donazioni, ma (almeno all'inizio) con riluttanza. Lo stesso Fritz Peters faticò a regalargli un migliaio di franchi, alla fine della guerra. Perché? La risposta affonda le radici nell'Insegnamento e si trova sempre alla fine di Incontri: "I miei amici e le persone che provavano interesse o simpatia per le mie idee mi avevano varie volte proposto del denaro, ma io avevo sempre rifiutato, anche nei momenti difficili, perché preferivo superare gli ostacoli con i miei propri sforzi".
Qui è dove il discorso si fa pratico e contiene una lezione, per uno studente di Quarta Via. Quando Gurdjieff diceva che il Lavoro cominciava dal livello del buon padre di famiglia, sapeva di cosa parlava. Egli per primo incarnava le sue parole: "Nessuna via può cominciare a un livello inferiore a quello dell'obyvatel [il buon padre di famiglia]... La capacità di orientarsi nella vita è, dal punto di vista del Lavoro, una delle qualità più utili. Un buon obyvatel è di levatura tale da far vivere con il proprio lavoro almeno una ventina di persone" (P.D. Ouspensky, Frammenti).
Alla domanda "Come si manteneva Gurdjieff?", si può allora rispondere: "Lavorando tanto da mantenere più di una ventina di persone".
Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.
Nessun commento:
Posta un commento