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Sono felice,
i sensi distesi sul piano,
il verde i fiumi il cielo
le mie spinte,
ad Atene trasmetterò tutto
– paesaggi ascese cadute,
già dissemino le parole affidate,
il mio messaggio non è un compito
– un regalo,
il verde i fiumi il cielo
le mie spinte,
ad Atene trasmetterò tutto
– paesaggi ascese cadute,
già dissemino le parole affidate,
il mio messaggio non è un compito
– un regalo,
la campagna mi
giunge incontro,
foglie e insetti.
Ricordo l’inizio della corsa:
case involate nell’azzurro,
cristalli e polvere,
la vita
ricominciava altrove,
dieci cento metri più in là,
distintamente vedevo il giorno frangersi,
le ore ricomporsi in nuova forma,
innumeri destini
battere col mio
al fondo del viaggio.
Ora corro senza sosta,
avvicino le stelle alla loro meta,
con segno chiaro
le spighe approvano il viaggio
– Riavvolgo
lo scorrere della terra sotto di me,
so essere più grande della strada mancante,
tutto è già percorso,
ogni falcata un abbraccio.
C’è realtà alla fine,
i respiri un solo grande fiato,
prende nuova forma Atene,
esce dalla campagna,
portici e tende, tori,
la destinazione in ogni passo,
giungo al destino di ogni uomo:
ripetere
– finita è la corsa, trasmesso il messaggio,
ora un’altra ascesa.
Le fronde onde s’infronda tutto l’orto
dell’ortolano eterno, am’io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto.
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