venerdì 4 settembre 2015

Una frase di Rodney Collin


"[Nel] momento in cui un uomo per la prima volta sente parlare del ricordo di sé, [se] lo collega con qualcosa che ha udito o letto prima, con qualche termine religioso o filosofico, od orientale, che egli già conosce, immediatamente l'idea sparisce, perde il suo potere. Perché essa può aprirgli nuove possibilità solo come un'idea totalmente nuova." (Rodney Collin)

Non è raro che le persone arrivino alla Quarta Via e al ricordo di sé in modo indiretto, dopo averne sentito parlare in altri contesti. Classico caso è quello di Osho, che parla di ricordo di sé praticamente in ogni libro, indicandolo sempre come la tecnica di Gurdjieff.

Anche in questo modo, udire per la prima volta l'idea del ricordo di sé è un'esperienza potente. La frase di Rodney Collin citata in apertura va probabilmente intesa nel senso che l'idea del ricordo di sé non deve cadere nella parte sbagliata dei centri (l'apparato formatorio), non nel senso che fuori dalla Quarta Via non esistano concetti equivalenti. 

Un testo indiano in cui Osho vedeva già espressa l'idea del ricordo di sé è il Vigyana Bhairava Tantra, da lui commentato usando come testo di base la traduzione (1957) di Paul Reps. Molti anni prima, C.S. Nott riteneva di aver trovato in Some sayings of the Buddha (traduzione dal pali di F.L. Woodward, 1925) una descrizione quasi esatta di quello che lui intendeva come ricordo di sé. La stessa parola sati o smriti, uno dei "sette fattori di illuminazione del buddhismo", vuol dire ricordo. Più volte è stato scritto in questo blog come a Francis Roles bastò sentire dire a Shantananda Saraswati "Il problema è che non ricordiamo noi stessi", per pensare di aver ritrovato le sorgenti del Sistema in India. Nisargadatta Maharaj è un altro famoso maestro indiano che parlava spesso e volentieri di ricordo di sé. Tutte queste fonti è improbabile o impossibile che derivino da Gurdjieff; d'altra parte, quest'ultimo disse più volte di essere stato in India, "dove l'evoluzione dello spirito umano trova il suo centro" (P.B. Taylor, Gurdjieff e Orage).

Pertanto, non è necessariamente un male imbattersi nell'idea di ricordo di sé in una fonte diversa dalla Quarta Via. Il punto, come concede lo stesso Rodney Collin qualche riga dopo, è ricevere l'idea in modo corretto: "Se [questa idea] viene collegata con qualche associazione conosciuta, significa che è entrata nella parte sbagliata della mente, dove verrà archiviata come qualsiasi altro pezzo di conoscenza. Sarà stato perso uno shock e solo con grande difficoltà un uomo potrà riavere la stessa opportunità".

Se invece l'idea del ricordo di sé viene ricevuta nel modo giusto, è sempre potente, qualunque ne sia la fonte.

Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

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