domenica 20 settembre 2015

Frate Lorenzo


Al mistico e poeta Sufi Fariduddin Attar è attribuita la frase: "Ogni Maestro rivela la verità nel suo modo speciale e poi scompare". Quando Beryl Pogson, segretaria di Maurice Nicoll, raccolse l'eredità spirituale di quest'ultimo nel 1955, introdusse nell'Insegnamento alcune passioni personali, come lo studio di Shakespeare o di Frate Lorenzo della Resurrezione.

Quest'ultimo era stato un mistico francese del XVII secolo, autore del libro La Pratica della Presenza di Dio. L'opera è nota negli ambienti cosiddetti dalla nuova spiritualità, soprattutto di ispirazione orientale: le edizioni Vidyananda di Assisi le hanno ristampate recentemente e il monaco hindu Swami Veetamohananda, a Parigi, vi ha dedicato un bel commento.

Come per la Filocalia, riscoperta in Occidente anche grazie al compendio (The Prayer of the Heart, 1951pubblicato da E. Kadloubovsky e G.E.H. Palmer, studenti di Ouspensky, pure lo studio di Frate Lorenzo avvenuto in Quarta Via dagli anni Cinquanta potrebbe avere contribuito alla sua popolarità.

Ecco alcuni estratti da La pratica della presenza di Dio, che forse aiuteranno a capire perché sessanta anni fa questo libro venne considerato utile a uno studente di Quarta Via. L'io narrante è l'abate de Beaufort, che riporta le sue conversazioni con Frate Lorenzo.

"Disse che i pensieri rovinano tutto, che il male comincia da lì, e che bisogna aver cura di respingerli non appena ci accorgiamo che non sono necessari alla nostra occupazione presente."

"Per lui il tempo della preghiera non era minimamente differente da qualunque altro momento. Faceva i suoi ritiri quando il padre priore gli diceva di farli, ma non li desiderava né li chiedeva, perché anche il lavoro più impegnativo non lo distoglieva da Dio."

"Disse che per giungere ad abbandonarsi a Dio come Lui vuole bisogna vegliare attentamente su tutti i moti dell'anima, che sono presenti sia nelle cose spirituali che in quelle più grossolane."

"Più quel che faceva era contrario alla sua disposizione naturale, più l'amore che glielo faceva offrire a Dio aveva valore."

"Evitava di rispondere alle domande curiose che non portavano a niente e servivano solo a confondere la mente e inaridire il cuore."


Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

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