Kenneth Walker scrive (Insegnamento di Gurdjieff): "Gran parte del nostro tempo nei primissimi stadi del lavoro era dedicata più a tentare di non fare qualcosa che facevamo abitualmente che di fare qualcosa di nuovo". Questo, perché era impossibile qualsiasi mutamento reale se prima non si imparava a risparmiare energia, la quale "veniva bruciata in attività inutili come identificazioni, parlare superfluo, tensione muscolare ed emozioni negative". Attraverso queste attività inconsapevoli andava perduto quel famoso "cuoio buono" che Gurdjieff aveva da offrire ("Ho del buon cuoio da vendere per chi desidera fabbricare scarpe").
Combattere con le nostre debolezze è l'essenza del lavoro su di sé. Proprio questa lotta dà l'energia che alimenta il nostro essere. Bennett
La domanda è: questa vigilanza contro le dissipazioni energetiche vale solo "nei primissimi stadi del lavoro"? No. Se non sempre, vale almeno per molto tempo. Prendiamo l'abitudine del parlare inutile: chi ce l'ha, non può sperare di avere cuoio buono. Essa è la principale difficoltà per molte persone, introducendosi in ogni cosa (Ouspensky). Persino Gurdjieff ogni tanto esclamava (Louise March): "Now, lost myself with all the talk" ("A furia di parlare, ho perso me stesso").
La necessità di risparmiare energia è così grande che gli esercizi in cui "non si fa qualcosa", per dirla con Walker, sono innumerevoli. Eccone alcuni: non parlare mentre si mangia, non esprimere emozioni negative, non fare piccoli movimenti inconsapevoli (mani tra i capelli, grattarsi il viso ecc.), evitare il parlare superfluo. Una volta, Ouspensky disse che il punto non era tanto acquisire nuova energia, quanto evitare di sprecarla. E molti di questi esercizi riguardavano il parlare, che fossero permanenti (come quelli appena elencati) o temporanei (usare solo il lei tra studenti; richiesto da Ouspensky a Londra). Sempre Ouspensky enunciò una regola aurea: "In ogni situazione, occorre usare quante meno parole possibile". E la moglie: "Non dare mai più informazioni di quelle che ti sono state chieste".
Che dire, invece, del "fare qualche cosa di nuovo"? Una è senz'altro questa: "A volte vi fermate, vi fermate dentro, e dite IO SONO ... Solo una cosa ricordo: IO SONO ... Continua a dire IO SONO e non cercare niente, solo ripetere le parole. A fine, forse qualcosa arrivare!" (Gurdjieff, da: Rina Hands).
Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.