martedì 19 maggio 2015

Il lupo travestito da agnello


A proposito del post “Eternità Estense”, un amico mi ha detto che secondo lui la figura di Aion-Phanes rappresenta il sé inferiore sotto mentite spoglie. Le ali, le fiamme e la mandorla sono simboli positivi, ma certi dettagli come la luna dietro le spalle, gli zoccoli e in generale “l’energia” della figura rimandano al sé inferiore. In effetti, l’espressione della figura modenese è malinconica e non radiosa. L’ipotesi del mio amico è che in questo altorilievo abbiamo il classico “lupo travestito da agnello”. Nelle favole, il lupo è tradito dalle zampe, ma qui l’elemento principale sarebbe l’energia troppo seria che emana dal volto della figura. 


Non sarebbe allora un caso se nelle stampe rinascimentali (Francesco de Rossi, vedi prima immagine) il rilievo di Modena è raffigurato privo di ogni serietà, anzi sorridente e aggraziato come in fondo si conviene a un dio.
Non ha senso chiedersi quale lettura sia più “vera”. Come ha detto il mio amico, tutte le letture contengono una faccetta della verità, come il diamante: l’importante è “lasciare passare la luce senza trattenerla”.

Ma quando è che nel nostro Lavoro il lupo si traveste da agnello? A esempio quando il nostro ricordo di sé è rigido e privo di dolcezza: in tal caso, si dice, il centro istintivo sta imitando i centri superiori. Il difficile è rendersene conto: non appena lo facciamo, l'illusione del finto agnello viene meno. Occorre aver fatto l'esperienza genuina dei centri superiori e ricordarne il sapore: così si potrà distinguere stato da stato.

Uno stato, a esempio, che voglia essere visto e riconosciuto viene dal sé inferiore. Ma accade anche che con il Lavoro si cerchi di manipolare un’altra persona (a esempio per sedurla). Non per niente Gurdjieff ripeteva che il Lavoro deve essere invisibile, che qualunque cosa si ottenga tramite di esso, non va usata nella vita. Un’interessante implicazione di ciò è che bisogna saper recitare il sonno, imparare a sembrare coscientemente addormentati. Il discorso è vasto: sarà affrontato in un post futuro.

Così la neve al sol si dissigilla;
così al vento nelle foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla. 

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