giovedì 14 maggio 2015

Comfort Zone


Un Insegnamento è sempre duplice: da un lato fornisce la teoria, dall’altro la pratica. Detto in altri termini: da un lato ti fa naufragare, dall’altro ti indica lo scoglio cui aggrapparti. Prima ti dà gli strumenti per trasformare l’attrito, poi l'attrito vero e proprio.

Nel 1923, JG Bennett e Maurice Nicoll assistettero a una conferenza gurdjieffiana che si svolse così: attesa di due ore, Gurdjieff arriva, guarda a lungo l’uditorio, pronuncia una sola frase e se ne va.

Com’è possibile che nessuno si indignò, fece i bagagli e se ne andò?

Come ha detto un Maestro di Quarta Via: Non sorprendono le persone che lasciano il Lavoro, ma quelle che restano.

La cosa più facile davanti all'attrito è sempre gettare la spugna. Dopo aver svolto i propri doveri nella vita, c’è la tentazione di accasciarsi e fare le cose che vengono più facili, come a esempio guardare la TV. Ricordo che un Amico mi disse che quando si finisce di lavorare, quello è il momento di Lavorare. D'altra parte, “Il lavoro fisico non ti priva di energia, al contrario: te la dà” (Ouspensky).

Altri insegnamenti parlano della necessità di uscire dalla propria “comfort zone”, la “zona comoda”. Uscendo dall’ufficio, è “comfort zone” tornare a casa e fare sempre le stesse cose. Oggi ho provato a fare qualcosa di totalmente nuovo e, guarda caso, si sono verificate diverse sincronicità. Via telefono si è sbloccata una vecchia situazione. Non è la prima volta che l’uscita dalla mia “comfort zone”, per motivi attinenti al Lavoro, ha effetti del genere.

“L’uomo in grado di ricordare se stesso sa cosa vuole” – Ouspensky

Per uscire dalla mia zona comoda, ho dovuto ricordare me stesso. Quando ho raggiunto la giusta centratura, ho saputo cosa volevo e dovevo fare.

Senza ricordo di sé, non possiamo trasformare l’attrito; il maestro che desse attrito senza insegnare il ricordo di sé metterebbe la Via a testa in giù. In realtà, dispensare attrito senza ricordo di sé è la via della vita.

Ma qual è la frase che Gurdjieff disse ai suoi studenti nel 1923, dopo averli fatti aspettare dalle 22 alle 24?

La Pazienza è la Madre della Volontà. Se non avete una madre, come potete nascere?

Così la neve al sol si dissigilla;
così al vento nelle foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla.

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