domenica 4 ottobre 2015

Un luogo sacro: il letto


Un mattino di un paio di anni fa, un amico che mi stava ospitando per qualche giorno mi chiese: "Come stai dormendo, queste notti?". La domanda conteneva una curiosità insolita, da cui si capiva che non era retorica. Dopo che ebbi risposto, mi disse: "Sai, quello era il letto di…" e fece il nome di un noto Maestro spirituale. Evidentemente, lui pensava che il materasso contenesse energie particolari e per questo aveva fatto lo sforzo di portarselo a casa.

Il fatto mi riportò alla mente l’episodio di cui era stato protagonista Edwin Wolfe, nel 1939 (Episodes with Gurdjieff). Recatosi a visitare Gurdjieff nel suo albergo newyorchese, egli aveva commesso la leggerezza di sedersi sul suo letto. "Alzati, alzati subito!", l’aveva redarguito il Maestro. "Questo è un luogo sacro. Voi americani siete tutti dei cafoni. Vedi quella tazza e piattino? L'uomo prima di te vi ha messo cenere e sigaretta. Ma tazza e piattino servono a bere, non sono un posacenere. L'uomo americano è un cafone". "Mi dispiace, signor Gurdjieff", fu la debole difesa di Wolfe. "In questa stanza non vedevo sedie." "Allora portala dall'altra stanza, idiota! Non ti sedere mai sul letto di un altro uomo. Questo, te lo ripeto, è un luogo sacro per me."

Qualcuno ha detto che il letto è il luogo più pericoloso del mondo: nascita, amore e morte, ogni cosa tende a succedervi. Per Gurdjieff, doveva essere anche un luogo di intensa ricarica energetica, visto che dormiva pochissime ore a notte. La sacralità del letto è indirettamente confermata dal figlio Nicolas de Stjernvall: "Era esigente, per non dire pedante, sul modo di rifare il letto: questa era una cosa che mi lasciava perplesso, perché la ritenevo un dettaglio assolutamente secondario".

La teoria del Maestro armeno era che "particelle dell'atmosfera" di una persona si fissano sugli abiti, la  biancheria e gli oggetti che gli appartengono, creando quindi un legame tra lui ed essi (Vedute sul mondo reale). Vero o no, io quei giorni a casa del mio amico dormii benissimo.

“Lo sol sen va”, soggiunse, “e vien la sera;
non v’arrestate, ma studiate il passo,
mentre che l'occidente non si annera”.

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