venerdì 2 ottobre 2015

Alexander Francis Horn


Il 16 marzo 1924, a New York, Gurdjieff disse, più o meno: "Tutti dovrebbero cercare di essere attori. È una meta molto elevata. La meta di ogni religione, di ogni conoscenza, è di essere attori". Infatti, solo "un vero uomo può essere un attore, e un vero attore può essere un uomo", perché in lui c'è qualcuno "disimpegnato dall'azione e distaccato dalla vita", capace di dare ordini a se stesso.

Stando così le cose, non sorprende che tra il teatro e la Quarta Via vi siano dei legami. L'ultimo, in ordine di tempo, riguarda l'attore Bill Murray, che sarebbe "un grande fan" di Gurdjieff.

Altri attori americani influenzati dalla Quarta Via furono Edwin Wolfe e Alex Horn. Il primo conobbe personalmente Gurdjieff e fu un attore di successo: a lui fu ispirato il personaggio di Nero Wolfe. Il secondo sembra essere stato un allievo di Rodney Collin negli anni in cui quest'ulimo visse in Messico. Un'amica mi ha raccontato una recita del "Teatro di tutte le possibilità", diretto da Horn, nel 1979.

Per accedere al teatro, bisognava salire una scala, ma la moglie di Horn, Sharon Gans, la occupava tutta camminando con deliberata ed estrema lentezza. Per vedere lo spettacolo, bisognava quindi superare un primo ostacolo, armandosi di pazienza. La rappresentazione si intitolava "Il mago" ed era vagamente ispirata alla "Lotta dei maghi" di Gurdjieff. Nei momenti salienti, gli attori praticavano l'esercizio dello stop. A esempio, quando il protagonista trovava il mago e gli stringeva la mano, tutti gli attori tranne loro due si immobilizzarono, creando un momento fuori dal tempo. Alla fine, solo metà pubblico era rimasto in sala. I rimanenti furono invitati a dire cosa avevano visto sul palco. A chi rispondeva, gli attori rivelavano di essere parte di una scuola esoterica. Chi se la fosse sentita, poteva entrare a farne parte direttamente su quel palco.

Horn ha scritto alcuni libri in cui parla della sua idea di teatro. Uno di questi è Ponderazioni di un abitante della Via Lattea (non tradotto in italiano): "[Nelle mie] opere è possibile trovare varie tradizioni esoteriche: teosofia occidentale (la tradizione pitagorico-platonica e i grandi saggi dell'antichità: Talete, Eraclito, Parmenide, Empedocle), la Cabala, l'Ermetismo egizio, lo Zen, il Buddhismo, il Sufismo e ovviamente l'insegnamento di G.I. Gurdjieff, P. Ouspensky, M. Nicoll e R. Collin ... Il teatro, una disciplina sacra, è una forza trasformativa capace di dare uno shock all'uomo, risvegliandolo dal suo mortale sonno di marionetta e facendolo entrare nel teatro cosmico, in cui diventa spettatore di ogni tempo e ogni esistenza".

Alexander Francis Horn è morto il 30 settembre 2007. Anziché di morte, la sua lapide parla di nascita: "Alexander Francis Horn, di nobili natali". 

È incredibile quello che bisogna attraversare per risvegliarsi. Alexander Francis Horn

“Lo sol sen va”, soggiunse, “e vien la sera;
non v’arrestate, ma studiate il passo,
mentre che l'occidente non si annera”.

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