venerdì 9 ottobre 2015

Consigli per la lettura


Fritz Peters racconta di aver visto molto raramente Gurdjieff con un libro in mano. Secondo Charles Nott, al Prieuré vi era la più bella libreria in cui fosse mai stato, solo che aveva gli scaffali vuoti. Pertanto, non sembra che Gurdjieff leggesse molto, né che consigliasse ai suoi studenti questa attività. Quando però l'argomento cadeva sulla lettura, i suoi consigli erano come sempre originali.

Ecco cosa disse a un incontro parigino durante la guerra: "Tu leggi solo con la tua testa. Devi leggere solo un po': una pagina ogni volta. All'inizio devi cercare di comprendere con la testa, poi sentire, quindi fare l'esperienza. Infine, torna indietro e pensa. Esercitati a leggere con i tuoi tre centri. In ogni libro c'è materiale per arricchirsi. Non importa cosa leggi, non importa quanto leggi. Importa solo la qualità della tua lettura".

Esistono diversi esercizi per cercare di ricordare se stessi mentre si legge, adoperando più di un centro. Nel Lavoro, la precisione dell'esercizio è importante. Si può dividere l'attenzione tra le parole e altre impressioni, anche visive: il bordo della pagina o lo sfondo che vediamo oltre il libro.

Si possono fare piccole pause durante la lettura, anche più di una a pagina; si può arrivare a chiudere il libro a ogni pausa. Se si stanno leggendo dei sutra, dei racconti o comunque dei paragrafi, la pausa può essere alla fine di ognuno di essi: ciò aiuta a spezzare il momento della meccanicità. 

Facilmente la lettura di un libro genera torpore. Per restare svegli, si può stare attenti alla propria posizione: i gomiti leggermente distanziati dal busto, la schiena eretta, una posa non scomposta. Importante è evitare movimento oziosi con le dita, le gambe o altre parti del corpo. 

Per essere presenti durante la lettura, è utile anche che il libro sia ben fatto, ovvero bello come oggetto: carta fine, nastri segnalibro di seta, copertina rigida, bei caratteri ecc. Così erano i libri di un tempo, così sono i libri che ho contribuito a creare in una Scuola di Quarta Via.

Questi sforzi non ci impediranno di capire quanto stiamo leggendo. Nel Sistema, uno stato più elevato non sostituisce, ma si va ad aggiungere a quelli inferiori. Le funzioni ordinarie non vengono cancellate.

Anche se Gurdjieff ha detto che non è tanto importante quello che si legge, l'oggetto della nostra attenzione può aiutare. A esempio, Gurdjieff e Pitagora scrivevano in modo oscuro. I loro scritti sono un esercizio di attenzione e pazienza, il cui scopo sembra quello di estrarre dal lettore uno stato di attenzione superiore al normale. Può essere utile, al fine di raggiungere la necessaria concentrazione, leggerli a voce alta o scandire ogni parola dentro di sé. Pitagora e Gurdjieff hanno scritto nel modo giusto (=oscuramente), perché fanno faticare il lettore, lo costringono a essere più attivo. Solo se fatichiamo, se siamo attivi, le cose diventano nostre.

Tutto questo non è facile. Ma fallire può anche significare che siamo sulla via giusta per noi: quella di cui non siamo esperti. L’esercizio più valido è quello che ci scordiamo sempre di fare.

“Lo sol sen va”, soggiunse, “e vien la sera;
non v’arrestate, ma studiate il passo,
mentre che l'occidente non si annera”.

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