lunedì 12 ottobre 2015

I lunedì della poesia - Francesco 1


San Francesco salta a piè pari tutte le asperità che l’uomo incontra sul suo cammino e ne fa delle dolcezze.
Alda Merini

1. Le decisioni della nostra vita
sono state prese dalle piante,
i ruscelli, le caverne. Creando
un monastero, istituendo ordini –
abbiamo solo obbedito. E all’Urbe
arriveremo seguendo altre piante,
differenti segni nella natura.
Una lunga scia di sensazioni,
la nostra vita. Guardate che luce
in un prato – non sentite anche voi:
“Dio sta investendo su di me”?
Da qui, negli uomini futuri,
istilleremo percezioni: boschi,
prati e caverne, a rischiararli.
Che cosa altro è il camminare
se non un ritrarsi pieno di grazia,
una gamba che cede il posto all’altra?
Chi va di fretta assassina il suolo –
voi, siate dei seminatori.


2. Chiara –
la donna soffre (è arrabbiata,
si chiude, sta in disparte) perché
non si apre alla ferita dell’uomo,
non si fa carico del suo tormento,
non accetta il martirio per lui.
E l’uomo soffre (è nervoso,
prova scontento, finge noia) perché
non si apre alla ferita della donna,
non ne benedice il rifiuto,
non antepone il suo dolore al proprio.
Si dovrebbe mettere il cuore altrui
al posto del nostro, amare il prossimo
col suo amore – dire: sia fatta
la tua, la sua, la loro volontà.
Io e te, Chiara, passeremo
sopra tutte le tavole del mondo,
ne santificheremo gli avanzi.
C’è un potere immenso nell’essere ultimi.


3. Fratelli –
Dio, in Terra, cerca solo corpi teneri
dove distendersi, aderire esatto.
Creature senza più spigoli vivi,
rotonde. In questo dissolvimento
Lui penetra e prende dimora,
trova l’uscio aperto. Allora voi
non induritevi per i disagi.
Questa pioggia fa di noi il terminale
d’un lungo viaggio attraverso i cieli –
tutti gli strati dell’aria cadono
sul nostro viso, diventiamo lucidi.
Quando accade che ci identifichiamo
con gli alti e bassi della vita –
la pioggia ci ridà il presente.
Ma non impensieritevi: se anche
dissipate energia lamentandovi,
qualcosa la raccoglie, se ne nutre.
Noi siamo doni, offerte – sempre.

“Lo sol sen va”, soggiunse, “e vien la sera;
non v’arrestate, ma studiate il passo,
mentre che l'occidente non si annera”.

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