giovedì 3 dicembre 2015

La poetica di Alfred R. Orage


Oggi, Alfred Richard Orage è ricordato come uno dei principali studenti di Gurdjieff. Una volta, era famoso per le sue attività letterarie, che nel mondo anglosassone furono di primo piano. Di esse parla l'unico libro pubblicato in italiano di P.B. Taylor, Gurdjieff e Orage, fratelli in elisio. La poetica di Orage è ben riassunta in un testo per ora disponibile solo in lingua inglese, The Art of Reading (1930).

La letteratura, scrive Orage, è un sostituto dell'oralità. Dappertutto si riconosce che la scrittura tocca i suoi vertici quando riproduce al meglio la presenza viva dell'autore: "in breve, quando 'parla'". Nei tempi andati, allorché il rapporto era uditore/oratore e non lettore/scrittore, il primo giudicava il secondo come un qualsiasi essere umano. Ogni parola dipendeva dalla presenza generale di chi la pronunciava: "ciò che di una persona si vedeva e si sentiva era il solo e unico criterio".

Qualcuno potrebbe pensare, allora, che basterebbe trascrivere i dialoghi per fare dell'ottima letteratura, ma sarebbe un'ingenuità. Scrive Orage: "Passare dalla voce alla scrittura, dall'udito alla lettura, richiede ben più che una semplice trascrizione: al testo verbale vanno aggiunte tutte le caratteristiche evidenti dell'oratore, come i gesti, gli occhi, i movimenti, la personalità. La trasmissione, all'interno della cornice verbale della letteratura, dell'uomo stesso - oltre, prima e dopo le sue parole - è quello che viene propriamente definito 'stile'. In letteratura, lo stile è l'uomo."

In altri termini, la letteratura ha valore nella misura in cui riporta in vita "ciò che di una persona si vede e si sente". Allora, come in antico, si può giudicare della presenza generale di un individuo, e quindi della sua comunicazione verbale. 

Sono parole successive all'incontro Gurdjieff/Orage, e si sente. Ciò che conta non è tanto la parola, quanto l'energia dietro di essa; non il discorso, ma l'uomo. Avendo conosciuto un uomo di presenza come Gurdjieff, Orage aveva toccato con mano l'importanza di essere, prima e oltre ogni parola

Tratto t'ho qui con ingegno e con arte;
lo tuo piacere omai prendi per duce;
fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.

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