venerdì 25 dicembre 2015

Il "Quarto Yoga" di Orage - II


Estratti dagli scritti degli allievi di Orage.

Oltre ai nostri centri intellettuale, emozionale e fisico, c’è un quarto centro chiamato “io”. Ma lì non riceveremo mai passivamente un’impressione, perché le uniche impressioni accessibili a questo centro vanno prese attivamente. Nemmeno Dio e tutti i suoi angeli possono mettervi un’impressione. Qualcuno deve dirigere la nostra attenzione sull'esistenza del Quarto Centro - nel nostro caso, Gurdjieff - ma solo “io” posso riempirlo (da L. Welch).

Domanda: Cosa ci dice del centro catalitico?
Risposta: Esso è il quarto centro. Esiste un “io”, un quarto centro, un’anima potenziale. Se potessimo dire “Ho un corpo” con la stessa facilità con cui diciamo “Ho un’automobile”, potremmo cominciare a capire che questo corpo è un nostro possesso. “Questo corpo è un apparecchio di trasformazione; così come ho un'automobile o un frigorifero, ho una macchina da usare”. Questo non vuole dire “Io sono una macchina” (da Blanche Grant).

Orage sembra non adoperare mai l’espressione di Ouspensky “ricordo di sé”: piuttosto, usa “consapevolezza”. Il quarto centro è la consapevolezza, e la consapevolezza è qualcosa di molto preciso (da Blanche Grant ).

Il seguente passo ricorda, con qualche variante, la metafora dei “tre elefanti” di Nicoll: Nulla comincia mai nel cervello viscerale [centro emozionale], tutto comincia nel cerebrale [centro intellettuale] o nello spinale [centro istintivo-motorio]. Gli esercizi muscolari, il massaggio, producono stati emozionali. Questo metodo è impiegato dagli psicoanalisti. Essi manipolano i muscoli e rilasciano tensioni che causano certi stati emozionali ... Uno stato emozionale può essere provocato in modo fisiologico. Anche il cervello cerebrale [centro intellettuale] può controllare le emozioni. Ciò viene effettuato cambiando immagini. Il nostro cervello emozionale è cieco;  risponde solo alle immagini, da un lato, e alla pressione, dall’altro. Diciamo che il secondo cervello [emozionale] non è parte degli altri due, ma è la forza neutralizzante tra loro. Quando gli altri due sono in perfetto equilibrio, non ci sono emozioni (da Blanche Grant).

Sono possibili 347 emozioni (7 volte 49). In generale, una persona fa esperienza di 27 di esse. La nostra speranza è sperimentare ogni genere di emozione (da Blanche Grant).

Orage non parla di Sistema o Lavoro, ma di Metodo: Lo scopo di questo Metodo è sviluppare i tre centri. Noi non diciamo, con Freud, che questi centri sono stati sublimati quando raggiungiamo il nostro second wind. Non è necessario pervenire al second wind esaurendo il first wind. Non parliamo di superuomini. Dunque non diciamo “centro intellettuale superiore”, “centro emozionale superiore” o “centro istintivo superiore”, perché verrebbe da pensare che questi tre centri sono stati sublimati. Piuttosto, parliamo di Volontà, Consapevolezza e Individualità (da Blanche Grant)

Noi prescriviamo un certo Metodo … Questo Metodo consiste nel tentativo di essere simultaneamente e continuativamente consapevoli dei movimenti, del tono di voce, della posizione, delle espressioni facciali e dei gesti. Questa tecnica genererà nel più breve tempo possibile quello stato che renderà possibile la prosecuzione dell’esplorazione (da Blanche Grant).

Nè Orage sembra parlare di Quarta Via, ma di “Quarto Yoga”: Le scuole antiche miravano a sviluppare uno o tre di questi super-stati. 
Hatti-Yoga sviluppava il centro istintivo
Bakhti Yoga sviluppava il centro emozionale
Gniani Yoga sviluppava il centro intellettuale. 
... Esiste un quarto Yoga, lo scopo del quale è produrre simultaneamente e armoniosamente l’effetto degli altri tre Yoga. La sua tecnica è questo Metodo. Non può esserci una scuola, in questo Metodo (da Blanche Grant)

Il primo esercizio nelle suole di Bakhti Yoga è manifestare l’opposto di ciò che senti. Se senti un’emozione piacevole, ne mostri una spiacevole, e viceversa. Contraddici la tua inclinazione. Fanne la prova, come un esercizio (da Blanche Grant)

Qualcosa che Orage aveva in comune con Ouspensky: il disinteresse per la psicoanalisi. La psicoanalisi, secondo me, è una forma di Voodoo con riti osceni (da Blanche Grant).

È stato detto di questo Metodo: “Non è: ‘Vieni e vedi’, ma ‘Vai e fai’” … Le emozioni passeggere sono emozioni inferiori; le emozioni durature, emozioni superiori (da Blanche Grant)

Il primo shock è l’autosservazione. Il secondo, la contemplazione dello scopo dell’universo o dell’esistenza. L’autosservazione è cercare di essere consapevoli di tutti i nostri fenomeni con non-identificazione. L’osservazione che non porta con sé l’idea che ogni nostro comportamento è il comportamento di esso (l’organismo), ci legherà ancora più strettamente a esso. Continua a dire esso, esso, esso, esso. Io non sono esso. Io non sono Orage. Io osserverò il comportamento di esso (da Sherman Manchester).

L’intervallo tra mi e sol richiede un aiuto o shock esterno, mentre tra il si e il do lo shock richiesto può essere fornito da noi stessi, dal nostro interno (da Sherman Manchester).

Tutte le droghe tendono a espellere le correnti magnetiche. Gurdjieff ha detto che a nessuno dovrebbe essere consentito cominciare a lavorare in questi gruppi che hanno fatto uso di droghe. Essi diventano apparentemente folli. Nella risistemazione delle correnti magnetiche, finiscono fuori equilibrio (da Sherman Manchester).

Nessuno ha il diritto di consigliare niente a chicchessia, se non è in grado di seguire egli stesso quel consiglio, o qualcosa di più difficile (da Sherman Manchester).

Siamo come bambini cui vengono dati milioni di dollari, e non sappiamo cosa farci (da Sherman Manchester).

Conoscere è positivo, fare è negativo, essere è neutralizzante. Senza il conoscere e il fare, l’essere non esiste (da Sherman Manchester).

Il vero uomo è colui che sa perché vive. Se dici alla pecora: “Tu vivi per dare carne e lana”, essa risponderebbe “Non capisco”. Allo stesso modo, quando Belzebù dice: “Sei cibo per la luna e il sole”, tu rispondi “Non capisco” (da Sherman Manchester).

Il teatro moderno esiste per due ragioni: il piacere e la propaganda (Shaw). Esso non è mai usato come un “mistero”, perché non c’è un pubblico per tale uso. Gurdjieff sostiene che ogni attore, oggi, recita dall’esterno e non dall’interno. Egli dice che lo spettatore non viene mai sfidato da nessuna manifestazione inattesa di un attore. Oggi il teatro non è un’esperienza, ma una ri-esperienza. Gurdjieff la chiama titillazione, perché nei centri non arriva alcun nuovo influsso, ma solo associazione. Procrea, ma non crea. Induce, ma non produce stati … Il Mistero differiva dalla recita ordinaria perché introduceva dei semitoni nell’ottava comune. Un poliziotto, a esempio, di tanto di tanto manifestava la sua capacità di regolare la propria condotta introducendo azioni determinate dalla sua anima e non dal ruolo o dall’imitazione. L’intento era indurre nello spettatore l’aspettativa del normale: a quel punto, l’attore passava dalla recita del ruolo alla rappresentazione propria di un essere conscio. Questo richiedeva un elevato livello di ricettività nello spettatore (da Sherman Manchester).

Queste poche citazioni non rendono giustizia delle centinaia di pagine da cui sono tratte. Si spera però di aver suscitato l’interesse di approfondire.


Tratto t'ho qui con ingegno e con arte;
lo tuo piacer omai prendi per duce;
fuor se' dell'erte vie, fuor se' dell'arte.

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