Oggi il selciato più antico di Roma
è stato divelto da una ruspa,
dopo centocinquanta anni la terra
germoglia in tutti i suoi colori,
profumo – ti chiedi se ha vibrato
decennio su decennio come ora,
fiume sonoro, ala a tutti i ruderi
che sotto albeggiano per se stessi.
Tutt’intorno un riposo profondo,
espansione: c’è la terra, il violino
nero del nostro cuore, ciò che primo
ci aspirò al momento della nascita.
Polmone improvviso, aria, pozzo.
Stupefà il giorno, ostenta il suo sudore:
tanti sentieri dove camminare,
accensioni sommate l’una all’altra.
Luccichio, vedi la piazza ha un’ospite:
la terra che per anni l’ha pensata
ora rompe tra gli edifici, suda –
la luminosa, la chiara, la zitta.
E risplende, festa tremenda di anni.
Affacciatevi, chi abita, chi transita:
per voi la terra rinasce ogni volta,
la piazza si sfoca, il grembo è d’oro.
è stato divelto da una ruspa,
dopo centocinquanta anni la terra
germoglia in tutti i suoi colori,
profumo – ti chiedi se ha vibrato
decennio su decennio come ora,
fiume sonoro, ala a tutti i ruderi
che sotto albeggiano per se stessi.
Tutt’intorno un riposo profondo,
espansione: c’è la terra, il violino
nero del nostro cuore, ciò che primo
ci aspirò al momento della nascita.
Polmone improvviso, aria, pozzo.
Stupefà il giorno, ostenta il suo sudore:
tanti sentieri dove camminare,
accensioni sommate l’una all’altra.
Luccichio, vedi la piazza ha un’ospite:
la terra che per anni l’ha pensata
ora rompe tra gli edifici, suda –
la luminosa, la chiara, la zitta.
E risplende, festa tremenda di anni.
Affacciatevi, chi abita, chi transita:
per voi la terra rinasce ogni volta,
la piazza si sfoca, il grembo è d’oro.
Così la neve al sol si dissigilla;
così la vento nelle foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla.
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