La poesia di ieri, "Pomposa", è stata il centesimo
articolo di questo blog. È l’occasione per un bilancio e una domanda: perché
continuare a pubblicare sei articoli a settimana?
Una possibile risposta: perché così mi complico la vita, e
complicarsi la vita è una parte importante, anche se non sufficiente,
dell’essere più svegli.
Gurdjieff ha detto: “Se non ridate immediatamente ciò che
avete ricevuto, non riceverete più niente”. Questo Diario on-line è un modo di
ridare qualcosa.
Mi piace ricordare anche le parole di un’insegnante di yoga,
Manuela Borri Renosto: “Comincio ogni lezione con un canto di ringraziamento,
perché voi siete i miei maestri. In questo momento, voi avete un solo maestro
davanti a voi, cioè io: io ne ho dieci, tutti voi”. In un certo senso, farsi
leggere da tutti è imparare da tutti, perché bisogna stare più attenti a cosa
si scrive. Si cerca di dire cose interessanti, che noi stessi vorremmo leggere.
A questo proposito, il blog si è rivelato un utile strumento di studio: ha spinto
a fare ricerche e approfondimenti che più di una volta sono sfociati in
scoperte interessanti.
C’è un sapore di Quarta Via, in questo super-sforzo
improvvisato il pomeriggio del 1 gennaio, con scadenza programmata il 31
dicembre. Più di una volta ho verificato che quando mi sembra di non riuscire a
svolgere tutti i miei impegni, la soluzione è aggiungere intenzionalmente un
lavoro in più. Paradossalmente, questo aiuta a portare a termine tutti gli
scopi. A volte, "il lavoro in più" è stato proprio l'articolo per
questo blog.
Così la neve al sol si dissigilla;
così al vento nelle foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla.
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