venerdì 7 agosto 2015

Maurice Nicoll, il maestro che lasciò due maestri

Maurice Nicoll
falegname al Prieuré, 1923
Maurice Nicoll è un maestro di Quarta Via che ha lasciato due maestri di Quarta Via. Il caso non è frequente, quindi cerchiamo di conoscerlo meglio.

Il primo maestro che Nicoll incontra è l'ultimo a essere lasciato: P.D. Ouspensky. La separazione fu relativamente indolore. Da un giorno all'altro, Ouspensky allontanò Nicoll da sé, dicendogli: "Nicoll, è meglio che te ne vada. Va' via e insegna il Sistema!". Una cosa del genere non era mai stata detta e non sarebbe più stata detta a nessuno. Mancano testimoni di tale "investitura", ma possiamo crederci, perché nei primi tempi Ouspensky veniva a monitorare il gruppo di Nicoll e i due conservarono un rapporto di amicizia per tutta la vita.

Apparentemente più sofferta era stata la separazione Nicoll/Gurdjieff. Quando il primo divenne studente del secondo, era uno stimato psicoterapeuta molto amico di Jung. Trasferirsi al Prieuré di Fontainebleau volle dire per Nicoll abbandonare casa, studio e brillante carriera per fare lo sguattero in mezzo alla foresta. Nell'avventura si trascinò dietro moglie e figlia. Gli fu vietata qualsiasi lettura e, quando in comunità occorreva un medico, veniva sistematicamente ignorato. Il padre, un uomo di lettere abbastanza famoso, rimase deluso dalla scelta del figlio e morì mentre quest'ultimo era a Fontainebleau. Da alcuni aneddoti capiamo che Nicoll doveva aver sviluppato della negatività nei confronti di Gurdjieff. Essa tuttavia non fu mai espressa e quando si presentò l'occasione, Nicoll silenziosamente e senza polemiche abbandonò Gurdjieff per tornare da Ouspensky. L'occasione fu la trasferta americana di Gurdjieff e la conseguente sospensione delle attività al Prieurè. Nicoll fu invitato in America con Gurdjieff, ma colse questa "finestra" per salutare tutti rispettosamente e tornare a Londra.

Per il resto della sua vita, Nicoll avrebbe parlato con grande rispetto sia di Gurdjieff che di Ouspensky. Sì, la disciplina in Francia era stata dura, ma questo "gli aveva permesso di diventare un insegnante a sua volta", eseguendo i compiti che gli erano stati affidati ("Ogni volta che Gurdjieff parlava della necessità di coniugare la scienza dell'Occidente con il misticismo dell'Oriente, guardava me": da qui i tentativi di Nicoll di collegare il misticismo gurdjieffiano alla neuroscienza del cervello).

Uomini di minore levatura si sarebbero forse abbandonati a esprimere negatività dopo le dure esperienze francesi, ma Nicoll non lo fece mai, e in questo si dimostrò un autentico maestro di Quarta Via. La separazione dai suoi maestri era avvenuta perché loro stessi lo avevano allontanato o perché si era aperta la possibilità di un'uscita di scena "naturale", senza polemiche.

Mentre Nicoll era al Prieuré, E.C. Bowyer scrisse per il Daily News un famoso articolo sull'Istituto di Gurdjieff, in cui tra l'altro si diceva: "Mr. Gurdjieff non desidera tenere con sé gli allievi dopo che hanno raggiunto un certo stadio di sviluppo ... Quando l'allievo arriva a ricevere gli insegnamenti individuali, si verifica in genere una rapida evoluzione verso un punto in cui egli può lasciare Gurdjieff e andare nella vita senza aiuti". 

D'altra parte, capitò che alcuni studenti se ne andassero sbattendo la porta: oggi di loro conosciamo a stento i nomi, e solo come note a pie' di pagina di biografie gurdjieffiane.

(Le informazioni alla base di questo articolo sono tratte da Beryl Pogson, Maurice Nicoll, A Portrait, e P.B. Taylor, Gurdjieff in the Public Eye)

Vien dietro a me, e lascia dir le genti: 
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.

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