domenica 21 giugno 2015

Le porte di Loreto


Il tempio mariano di Loreto è chiesa e fortezza, rosa e spina, lupo e agnello allo stesso tempo. Mentre la nuova chiesa veniva costruita, nel XV-XVI secolo, i turchi depredavano le coste adriatiche dell'Italia: il tempio, che sui quei lidi sorgeva, dovette giocoforza assumere la forma di un fortilizio. All'esterno vediamo mura, bastioni e merli; internamente, è custodito il più dolce dei simboli: una casa con l'immagine della madre col bambino. Entrambi hanno gli occhi chiusi, come fossero in uno stato di profondo assorbimento.


L'ambivalenza del luogo si esprime già all'ingresso, attraverso le numerose formelle bronzee delle porte e della statua di Sisto V. Da subito abbiamo la sensazione di trovarci in un luogo esoterico. In una formella vediamo l'immagine di un cane e il motto (tutti i motti sono mie traduzioni dal latino): mordo e lecco. Forza e dolcezza, maschile e femminile, resa e lotta si rincorrono: le sue fondamenta, leggiamo sotto un leone che reca nella zampa tre fiori; nessuno oserà provocarlo, sotto un altro leone accovacciato; resiliente, sopra un albero che sopravvive alle frecce che gli vengono scagliate; non lascerà che venga penetrato, sopra un gallo sovrastante un tempio. Gli altri motti: stabile per il suo proprio peso (un obelisco), state lontani (un gallo con coda di serpente), con gli astri propizi (un veliero sotto le stelle), una guerra che viene dagli astri (un fulmine sotto sei stelle) e vigilante notte e giorno (un volatile accanto a un cespuglio di fiori).


Si tratta di emblemi che parlano di vigilanza e gentilezza, affidamento su Dio e se stessi allo stesso tempo. L'intero tempio di Loreto ricorda il giardino chiuso, la fontana sigillata, il giglio tra i cardi. Nulla sembra troppo per proteggere il delicato assorbimento di questa madre con il suo neonato.

In Incontri con uomini straordinari, Gurdjieff ha scritto: Meriterà il nome di uomo soltanto chi ... avrà preservato indenni il lupo e l'agnello che gli sono stati affidati. Questa metafora è in genere intesa nel senso che la personalità (il lupo) deve svilupparsi per proteggere l'essenza (l'agnello): il tempio lauretano sembra una rappresentazione a grande scala di questa legge interiore.

Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
dell’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso. 

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