È solo quando ti
rilassi consciamente – e la tua testa mantiene il ruolo di poliziotto – che il
rilassamento vale qualcosa. Se ti rilassi in modo generalizzato, non c’è valore
… Non devi rilassarti inconsciamente. D’altra parte, quando sei in uno stato di
risveglio, devi rilassarti consciamente. Quando dormi, ogni cosa si rilassa
senza di te: questo non ha valore. È la tua schiavitù. Gurdjieff
In Quarta Via il rilassamento non dovrebbe arrivare tanto
presto e, comunque, non senza mantenere un elemento di
attività: il ricordo di sé. Questo è ciò che si intende quando
si dice: “Non esistono giorni di vacanza per un uomo numero quattro”,
traduzione del biblico “Il figlio dell’uomo non ha un cuscino dove posare la
testa”.
Non dovremmo essere noi a decidere quando rilassarci. La fase
del rilassamento dovrebbe coincidere con quel momento in cui continuare a fare
sforzi diventerebbe un “respingente del ricordo di sé”. C’è un punto in cui
bisogna smettere di fare sforzi e dilatarsi nello spazio raggiunto: è un
rilassamento non deciso da noi, non proveniente dalla nostra macchina. In questo
senso, “Quando sei in uno stato di risveglio, devi rilassarti consciamente”. Una volta superata una certa soglia, lo sforzo va abbandonato.
Ci sentiamo stanchi ben prima di aver esaurito le nostre
riserve energetiche. Gurdjieff disse a Bennett che lo scopo della vita umana
era imparare a connettersi con il grande accumulatore di energia posto al
nostro interno, esperienza che Bennett aveva ottenuto raggiungendo i limiti
dell’esaurimento fisico. Se teniamo a mente questa esperienza e le parole
gurdjieffiane che l’accompagnarono, la stanchezza può cessare di sembrare
negativa, per apparire invece uno stato propedeutico alla discesa di energie
più elevate. Se sono stanco, è come se fossi pronto a ricevere “la sostanza
buona” dell’universo. La stanchezza fisica è l’ombra di un dio che si sta
avvicinando: c’è un grande potenziale in essa. Possiamo persino dire che la
stanchezza fisica è la controparte di uno stato psicologico elevato. Le
membra stanche sono piene: le appesantisce un vino che può inebriare.
Tutto ciò ha, da qualche anno, spiegazioni scientifiche e un nome: l’estasi del corridore, o runner’s high. Non ci addentreremo
nella neurofisiologia, ma la sensazione di chi scrive è che tale “estasi” divenga più facile aggiungendo uno sforzo psichico come l’autoconsapevolezza,
l’osservazione o il ricordo di sé.
Porta tutto nel
Lavoro. Non andare nella vita per rilassarti dal Lavoro, ma connetti il
rilassamento nella vita al Lavoro. Gurdjieff
Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
dell’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso.
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