Molti studenti italiani di Quarta Via, almeno una volta, se lo
saranno chiesto: attorno a Gurdjieff e Ouspensky non c’era nessuno italiano?
I due Maestri erano circondati da allievi di tutte le nazionalità, ma sembra che l’Italia
mancasse all’appello. Un'eccezione fu Lanza del Vasto, che ebbe un incontro non felice con il Maestro armeno, a Parigi, negli anni Quaranta.
Nell’ottobre 1939, con la Seconda Guerra Mondiale appena cominciata, Ouspensky disse che dopo il conflitto del '14-'18 ogni “germoglio di lavoro esoterico e attività di Scuola” erano divenuti impossibili “in Russia, Germania, Italia e Turchia”. Per Ouspensky, nazismo e fascismo erano solo declinazioni del bolscevismo, e quest’ultimo implicava la morte di ogni Scuola spirituale.
Nell’ottobre 1939, con la Seconda Guerra Mondiale appena cominciata, Ouspensky disse che dopo il conflitto del '14-'18 ogni “germoglio di lavoro esoterico e attività di Scuola” erano divenuti impossibili “in Russia, Germania, Italia e Turchia”. Per Ouspensky, nazismo e fascismo erano solo declinazioni del bolscevismo, e quest’ultimo implicava la morte di ogni Scuola spirituale.
Effettivamente, la legge italiana 1159/29, cosiddetta dei “culti
ammessi”, consentiva solo poche religioni oltre al cattolicesimo, rendendole oggetto
di sospetti e controlli polizieschi. La mentalità chiusa dell’italiano dell’epoca
si rifletteva in quella del duce: per fare un esempio quest’ultimo, dopo aver ricevuto Gandhi a
Palazzo Venezia nel 1931, chiamò il maggiordomo Quinto Navarra ordinandogli di bruciare i doni dell’ospite indiano, in quanto
portavano iella.
Mussolini, Stalin, Hitler, Lenin erano tutti, per Ouspensky,
hasnamuss: uomini che non esitavano a provocare negli altri terribili sofferenze pur di soddisfare i
propri desideri. Secondo questa ottica, per aprirsi alla Quarta Via, l’Italia
doveva anzitutto liberarsi dal proprio hasnamuss.
Sembra che la Quarta Via sia entrata in Italia solo nel 1950, quando a Torino si formò una filiazione del
gruppo di Lione guidato da M.me Lannes: la storia è raccontata nel libro di
Gabriele Cenni Servi d’Amore.
Gurdjieff sarebbe stato felice di questo primo gruppo
di italiani: esso gli avrebbe permesso di estinguere un debito che diceva di aver contratto
con uno dei suoi più importanti Maestri, l’italiano Padre Giovanni. Quest’ultimo,
come è raccontato verso la fine di Incontri
con uomini straordinari, mise Gurdjieff a parte dei suoi segreti spirituali
“nella speranza che i risultati delle vostre ricerche siano un giorni utili ai
miei compatrioti”.
Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
dell’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso.
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