Nel Sistema esistono tre linee di Lavoro: per se stessi, per gli altri e per la Scuola. La terza linea, quella per la Scuola, implica il farsi da parte, il rinunciare ai propri "io" per trasformarsi in un canale, uno strumento della Scuola. Nella terza linea, "io" non è necessario, "io" è di ostacolo.
Il Sistema è più grande di qualsiasi uomo. Ouspensky
Quando si legge la letteratura contro il Sistema, ci si imbatte sovente in punti di vista riassumibili nella frase dell'ex studentessa Irène Caroly Reweliotty: "Quegli individui, che orgogliosi [il gruppo Gurdjieff]! Non bisogna dire 'Io sono', ma 'Egli [Dio] è'". Nello stesso libro si trovano testimonianze affini e non è un caso, forse, che quasi tutte vengono da cosiddetti ex-neofiti: studenti usciti dall'Insegnamento dopo pochi mesi, quando ancora il loro Lavoro era incentrato sulla prima linea. Ciò può aver portato a una distorsione ottica per cui il "Sistema Gurdjieff" è apparso un metodo per lo sviluppo dell'io. Le altre due linee di Lavoro, quelle che gli ex-neofiti non hanno potuto approfondire, diventano progressivamente più importanti con il passare del tempo e sembrano concepite per scongiurare il rischio di un'eccessiva focalizzazione su se stessi.
Se uno non sente che c'è qualcosa più importante di lui, il suo ricordo di sé lo porterà nella falsa personalità. Maurice Nicoll
La terza linea non viene da noi: questo è importante. Lavorare da soli è relativamente facile e può portare a risultati immaginari. Lavorare per gli altri e per la Scuola significa fare un pagamento che fortifica la prima linea e allo stesso tempo ne rende più difficili le degenerazioni. Osho spiegava il ricordo di sé (ovvero la tecnica "io sono") dicendo che con il suo approfondirsi sarebbero venute meno prima la parola "io", poi quella "sono", lasciando il praticante in un "Vuoto estatico". Tornando alla Quarta Via tradizionale, due Maestri come Rodney Collin e Jeanne de Salzmann hanno detto:
Con lo sviluppo della coscienza, diminuisce l'importanza che si attribuisce a se stessi. Rodney Collin
Quando torniamo alla sorgente, il pensiero "io" scompare. E quando scompare, appare da sé il pensiero "io sono". Jeanne de Salzmann
Per quanto possa sembrare strano, dunque, sentire "io sono" annulla l'io e imparare a "essere" conduce a "non-essere". Ma solo se tutto va bene.
Per quanto possa sembrare strano, dunque, sentire "io sono" annulla l'io e imparare a "essere" conduce a "non-essere". Ma solo se tutto va bene.
Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
dell’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso.
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