martedì 30 giugno 2015

Birdman


Quando Birdman di A. Inarritu ha vinto quattro oscar, la pagina facebook di Thich Nhat Hahn gli ha fatto pubblicamente i complimenti, ricordando che il Maestro vietnamita veniva ringraziato nei titoli di coda del film, come se fosse stato tra gli ispiratori.

In realtà, il nome di Thich Nhat Hahn compare in piccoli caratteri in mezzo ad altri 32 nomi, dopo cinque minuti di titoli di coda, e il suo "contributo" pare limitato a una citazione pronunciata dall'attore principale, in un contesto che potrebbe anche sembrare ironico. Niente altro, nel film, ricorda uno dei più famosi Maestri buddhisti contemporanei, autore de Il miracolo della presenza mentale.

Gli attori di Birdman - un film quasi tutto al chiuso, quasi tutto di notte - sono permanentemente trafelati, inchiodati ai loro centri inferiori, con gli occhi fuori dalle orbite.

L'energia del centro sessuale nei centri intellettuale, emozionale e motorio è riconoscibile da un "sapore" particolare, un determinato fervore, una veemenza che nello stato naturale delle cose non sarebbe assolutamente necessaria. Gurdjieff

Viene da chiedersi se le epoche future - sperabilmente capaci di guardare a noi con distacco - non definiranno il nostro cinema come quello della sessualità. I personaggi di questo film pensano sessualmente, agiscono sessualmente e si manifestano sessualmente. "Sessualmente" qui non indica tanto l'atto sessuale vero e proprio (che non manca), quanto, in senso gurdjieffiano, l'esagitazione che pervade chiunque sul set. Anche l'espediente di fare un film con un solo, lunghissimo piano sequenza sembra un modo di "dopare" l'attenzione dello spettatore, tenendola artificialmente viva. Chiaramente, un film del genere non ha lo scopo di nutrire i centri superiori dello spettatore, come ci si poteva illudere leggendo i complimenti (affrettati) della pagina di Thich Nhat Hahn, ma quello di tenerlo inchiodato al monitor "arpionandolo" dai centri inferiori.

Se qualcuno si chiedesse cosa intendeva Gurdjieff quando diceva che tutta l'arte contemporanea non era che "titillazione", può guardare Birdman

Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso
dell’universo; per che mia ebbrezza
intrava per l’udire e per lo viso. 

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