martedì 22 dicembre 2015

Fiat Lux


Se ci pensiamo, le chiese di Roma sono luoghi strani. Le pareti appaiono interamente dipinte con fatti sacri avvenuti in altri tempi e luoghi. Nulla di sacro sembra essere nel qui e ora: queste chiese sono i templi dell’Altrove. Non c’è metro quadro che non rimandi ad altro da sé. Se non si raffigurano eventi biblici o santi del passato, le decorazioni simulano comunque altre realtà: piante, animali, ornamenti classici. Il nudo muro è da evitare, nelle chiese antiche di Roma (quando si vede una parete di mattoni, è probabilmente un restauro otto-novecentesco). Lo stesso momento centrale del rito – l’eucaristia – implica l’immaginazione: la cialda non è più pane azzimo, ma il corpo di Cristo.

Un esempio eclatante di questa mentalità si è avuto con l’apertura dell’anno santo 2015, l’otto dicembre. Lo spettacolo Fiat Lux ha proiettato sulla facciata di San Pietro tutto l’immaginario contemporaneo della Chiesa cattolica: dalle specie animali a rischio di estinzione ai paesaggi naturali, passando per i poveri, le tribù e le razze di tutto il mondo. In questo caso, una facciata che sin dall’origine era un supporto per raccontare storie (le statue del Redentore e i dodici apostoli; i bassorilievi evangelici; l’ordine corinzio colossale che simula un tempio antico, a sua volta emulazione – pare – di una capanna) diventa schermo per un ulteriore storytelling, più aggiornato.

Anche se è possibile vivere questi apparati come mero intrattenimento, e probabilmente molte persone così hanno vissuto la sera dell'otto dicembre, c'è dell'altro. L’immaginazione, quando è intenzionale e non involontaria, può avere un posto in un cammino spirituale, compresa la Quarta Via. Lo scrittore gesuita Marko Ivan Rupnik ha scritto che il cristiano impara ad assaporare il cibo grazie all’eucarestia: immaginare di avere in bocca il corpo del Maestro può renderlo così presente al cibo che questa attenzione si estende a tutti i pasti. Una volta Ouspensky disse che immaginare di essere già consci poteva aiutarci a diventarlo. L'esercizio contemplativo dato da Gurdjieff a George Adie e divulgato da Joseph Azize, detto dei Quattro Ideali o dei Quattro Profeti, richiede proprio di pensare a quattro figure di "santi" planetari (Maometto, Buddha, "Lama" e Gesù). In modo simile, la meditazione su fatti, persone e luoghi lontani nel tempo e nello spazio poteva e può aiutare il cattolico dentro una chiesa.

Tratto t'ho qui con ingegno e con arte;
lo tuo piacere omai prendi per duce;
fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte.

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