Il momento più sacro della sessualità non è l’atto vero e
proprio, ma dopo, quando si resta abbracciati a lungo, immobili e in silenzio.
Allora, poco a poco, un’energia vasta e calda soffia al centro del petto: per
farla crescere, bisogna osservarla. Allo stesso tempo, guardandola troppo si
dissolve. L'osservazione deve avvenire con discrezione, quasi "nascosti in
una rupe e con una mano davanti al viso", come Mosè al passaggio di Dio.
Un abbraccio, visto dall'alto, è un sorriso con al centro
l'uomo. Esiste un calore particolare che viaggia in esso: dove lo
sentiamo, si sviluppa. Il nostro occhio interno lo ramifica, gli mette fiori e
frutti. Allora si può avvertire che un secondo abbraccio, più grande,
avvolge entrambi gli amanti.
Essere – in senso gurdjieffiano – nel rapporto sessuale
è come ingranare una marcia alta. Non si può avviare una macchina in quinta, ma
quando si arriva alla quarta, per andare al massimo bisogna passare alla
quinta. Inoltre, si può mettere la quinta solo quando si è in quarta: facendolo
prima, il motore gira a vuoto. Se siamo al momento giusto, mettiamo
vento nella nostra vela. Essere al momento giusto è come entrare
nella corrente: si fluisce, si vola. Diventano possibili nuove esperienze: nel
nostro raggio entrano cose che altrimenti sarebbero rimaste irraggiungibili.
Ogni bacio è come una ninfea: fiorisce alla superficie, ma
le sue radici affondano in tutto il corpo. Nel Tantra si parla di quattro
chiavi: movimento, respiro, suono e consapevolezza. Tutte favoriscono il
rapporto (forse c’è anche lo sguardo: guardarsi negli occhi). Per uno studente
di Quarta Via, rappresentano altrettanti modi di dividere l’attenzione: con
l’una o con l’altra del corpo (consapevolezza); con il respiro; con l’emissione
di suoni; con le percezioni create da carezze, abbracci e movimenti
(movimento).
Alla fine si resta in ascolto di quella lieve estasi, tenendo il filo dell'attenzione come nei sogni lucidi. Diceva San Paolo:
"Pregate incessantemente". Perché non anche: "Amate
incessantemente"?
Osho: La vera fonte della tua energia è il cuore.
Poi pinse l'uscio a la porta sacrata,
dicendo: “Intrate, ma facciovi accorti
che di fuor torna chi 'ndietro si guata”.
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