Cosa hanno in comune i quadri Mosè difende le figlie di Jetro (foto d'apertura) e Le nozze di Mosè e Sefora di Charles Le Brun, con L'Adorazione dei Magi di Camillo Procaccini?
Due cose: la prima è che sono tutti esposti nell'ultima sala della Galleria Estense di Modena. La seconda, che nell'angolo inferiore destro hanno un cane tenuto al guinzaglio: mansueto nell'Adorazione dei Magi, sospettoso nelle Nozze di Mosè e Sefora, ringhioso nel Mosè difende le figlie di Jetro.
Accanto alle Nozze di Mosè e Sefora osserviamo il quadro Un miracolo di S. Ambrogio, di Sigismondo Caula.
Stavolta, nell'angolo inferiore destro, ci sono due cani (senza guinzaglio) latranti alla persona indemoniata, o malata, che sta per ricevere il miracolo del santo.
Questo angolo inferiore destro sembra dunque contenere una chiave importante, espressa sempre attraverso la figura di un cane.
I cani non possono sbagliare, perché obbediscono alla legge della loro specie o della natura (A.R. Orage, da P.B. Taylor, Gurdjieff e Orage).
Nella situazione positiva (Adorazione dei Magi), il cane è al guinzaglio e mansueto; in quella difficile ma positiva (Mosè difende le figlie di Jetro), al guinzaglio e ringhioso; in quella dubbia (Le nozze di Mosè e Sefora), al guinzaglio e diffidente (Sefora era una donna straniera, quindi ritenuta moglie inadatta a Mosè); in quella "indemoniata", randagio e senza freni.
Apparentemente, in questi quadri il cane è il simbolo della nostra parte istintiva o animale. Nell'ultima sala della Galleria Estense vediamo rappresentato l'intero spettro delle sue possibilità: dallo stato brado che rende l'uomo indemoniato o malato, alla condizione mansueta dinanzi all'apparizione dei centri superiori (Gesù Bambino). "Per caso" (difficile pensare a una scelta intenzionale dei curatori), quattro quadri con lo stesso, insolito dettaglio sono riuniti in una piccola sala. Sembra quasi che vogliano trasmettere un messaggio: per coglierlo, occorre usare pazienza e attenzione.
Non apprezzare l'arte con il sentimento (Gurdjieff, aforisma nella Study House del Prieuré).
Questo angolo inferiore destro sembra dunque contenere una chiave importante, espressa sempre attraverso la figura di un cane.
I cani non possono sbagliare, perché obbediscono alla legge della loro specie o della natura (A.R. Orage, da P.B. Taylor, Gurdjieff e Orage).
Nella situazione positiva (Adorazione dei Magi), il cane è al guinzaglio e mansueto; in quella difficile ma positiva (Mosè difende le figlie di Jetro), al guinzaglio e ringhioso; in quella dubbia (Le nozze di Mosè e Sefora), al guinzaglio e diffidente (Sefora era una donna straniera, quindi ritenuta moglie inadatta a Mosè); in quella "indemoniata", randagio e senza freni.
Apparentemente, in questi quadri il cane è il simbolo della nostra parte istintiva o animale. Nell'ultima sala della Galleria Estense vediamo rappresentato l'intero spettro delle sue possibilità: dallo stato brado che rende l'uomo indemoniato o malato, alla condizione mansueta dinanzi all'apparizione dei centri superiori (Gesù Bambino). "Per caso" (difficile pensare a una scelta intenzionale dei curatori), quattro quadri con lo stesso, insolito dettaglio sono riuniti in una piccola sala. Sembra quasi che vogliano trasmettere un messaggio: per coglierlo, occorre usare pazienza e attenzione.
Non apprezzare l'arte con il sentimento (Gurdjieff, aforisma nella Study House del Prieuré).
Poi pinse l'uscio a la porta sacrata,
dicendo: “Intrate, ma facciovi accorti
che di fuor torna chi 'ndietro si guata”.
Nessun commento:
Posta un commento