domenica 19 luglio 2015

"Be Present First"


Oggi segnalo il blog di un Amico studente di Quarta Via e in particolare il suo articolo sulla trasformazione della sofferenza (in inglese), che contiene ottime cose. 

L'articolo prende spunto da un'affermazione di Rodney Collin: La sofferenza è un fissativo, come il mordente che si usa per fissare i colori. Tende a fissare tutto ciò che nell'uomo è predominante nel momento del dolore. Ciò vuol dire, in pratica, che se quando soffriamo reagiamo con il lamento, diventeremo persone sempre più negative e lamentose; se bloccati nel traffico reagiamo con l'indignazione e la collera, saremo sempre più cupi e rancorosi nella nostra vita; se ci imponiamo un digiuno per diventare più magre e belle, diventeremo sempre più vanitose ecc.

In altre parole, "Quando soffri, devi stare attento al modo in cui reagisci al dolore, perché rafforzi tutto ciò che pensi o senti mentre soffri".

Questo, ovviamente, può avere delle ricadute positive. A esempio: "Se vogliamo essere più presenti, dobbiamo essere presenti mentre soffriamo, e se vogliamo rafforzare la nostra capacità di essere amorevoli e compassionevoli, dobbiamo esercitarci a vivere queste emozioni mentre soffriamo".

Si tratta di un insegnamento molto pratico. Ecco perché monaci e asceti si imponevano privazioni e sofferenze: "Per fissare le loro credenze e sentimenti religiosi mediante la sofferenza". "Anziché aspettare che le difficoltà arrivassero nella loro vita, se le andavano a cercare e in tal modo cominciavano a separare la loro volontà dal corpo, ovvero da ciò che sperimentava la sofferenza."

L'articolo prosegue parlando di Marco Aurelio, Gurdjieff e situazioni della vita quotidiana: è tutto da leggere e devo dire che questo blog inglese, bepresentfirst.com, è uno dei migliori che conosca.

Le persone che hanno raggiunto le più più profonde intuizioni nei loro diversi campi, devono essersi tutte poste, a un certo punto, questa domanda: "Come rendere permanenti queste intuizioni, anche in tempo di malattia, vecchiaia e progressivo disfacimento?" Sembra che gli artisti in modo intuitivo, e gli insegnanti in modo conscio, siano arrivati alla stessa comprensione: la sofferenza deliberatamente scelta può fornire il fissativo, il mordente necessario affinché le lezioni apprese in vita si fissino indelebilmente nel materiale dell'essere di un uomo. Rodney Collin

Poi pinse l'uscio a la porta sacrata,
dicendo: “Intrate, ma facciovi accorti
che di fuor torna chi 'ndietro si guata”.

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