Estratti dagli scritti degli allievi di Orage.
Oltre ai nostri centri intellettuale, emozionale e fisico, c’è
un quarto centro chiamato “io”. Ma lì non riceveremo mai passivamente un’impressione,
perché le uniche impressioni accessibili a questo centro vanno prese
attivamente. Nemmeno Dio e tutti i suoi angeli possono mettervi un’impressione.
Qualcuno deve dirigere la nostra attenzione sull'esistenza del Quarto Centro -
nel nostro caso, Gurdjieff - ma solo “io” posso riempirlo (da L. Welch).
Domanda: Cosa ci dice del centro catalitico?
Risposta: Esso è il quarto centro. Esiste un “io”, un quarto centro, un’anima
potenziale. Se potessimo dire “Ho un corpo” con la stessa facilità con cui
diciamo “Ho un’automobile”, potremmo cominciare a capire che questo corpo è un
nostro possesso. “Questo corpo è un apparecchio di trasformazione; così come ho
un'automobile o un frigorifero, ho una macchina da usare”. Questo non vuole
dire “Io sono una macchina” (da Blanche Grant).
Orage sembra non adoperare mai l’espressione di Ouspensky “ricordo di sé”:
piuttosto, usa “consapevolezza”. Il quarto centro è la consapevolezza, e la
consapevolezza è qualcosa di molto preciso (da Blanche Grant ).
Il seguente passo ricorda, con qualche variante, la metafora dei “tre elefanti”
di Nicoll: Nulla comincia mai nel cervello viscerale [centro
emozionale], tutto comincia nel cerebrale [centro intellettuale] o nello
spinale [centro istintivo-motorio]. Gli esercizi muscolari, il massaggio,
producono stati emozionali. Questo metodo è impiegato dagli psicoanalisti. Essi
manipolano i muscoli e rilasciano tensioni che causano certi stati emozionali
... Uno stato emozionale può essere provocato in modo fisiologico. Anche il
cervello cerebrale [centro intellettuale] può controllare le emozioni. Ciò
viene effettuato cambiando immagini. Il nostro cervello emozionale è
cieco; risponde solo alle immagini, da un lato, e alla pressione,
dall’altro. Diciamo che il secondo cervello [emozionale] non è parte degli
altri due, ma è la forza neutralizzante tra loro. Quando gli altri due sono in perfetto
equilibrio, non ci sono emozioni (da Blanche Grant).
Sono possibili 347 emozioni (7 volte 49). In generale, una persona fa esperienza
di 27 di esse. La nostra speranza è sperimentare ogni genere di emozione (da
Blanche Grant).
Orage non parla di Sistema o Lavoro, ma di Metodo: Lo scopo di questo Metodo è
sviluppare i tre centri. Noi non diciamo, con Freud, che questi centri sono
stati sublimati quando raggiungiamo il nostro second wind. Non è necessario pervenire
al second wind esaurendo il first wind. Non parliamo di superuomini. Dunque non
diciamo “centro intellettuale superiore”, “centro emozionale superiore” o “centro
istintivo superiore”, perché verrebbe da pensare che questi tre centri sono
stati sublimati. Piuttosto, parliamo di Volontà, Consapevolezza e Individualità
(da Blanche Grant).
Noi prescriviamo un certo Metodo … Questo Metodo consiste
nel tentativo di essere simultaneamente e continuativamente consapevoli dei
movimenti, del tono di voce, della posizione, delle espressioni facciali e dei
gesti. Questa tecnica genererà nel più breve tempo possibile quello stato che
renderà possibile la prosecuzione dell’esplorazione (da Blanche Grant).
Nè Orage sembra parlare di Quarta Via, ma di “Quarto Yoga”: Le scuole antiche
miravano a sviluppare uno o tre di questi super-stati.
Hatti-Yoga sviluppava il centro istintivo
Bakhti Yoga sviluppava il centro emozionale
Gniani Yoga sviluppava il centro intellettuale.
... Esiste un quarto Yoga, lo scopo del quale è produrre simultaneamente e
armoniosamente l’effetto degli altri tre Yoga. La sua tecnica è questo Metodo.
Non può esserci una scuola, in questo Metodo (da Blanche Grant).
Il primo esercizio nelle suole di Bakhti Yoga è manifestare
l’opposto di ciò che senti. Se senti un’emozione piacevole, ne mostri una
spiacevole, e viceversa. Contraddici la tua inclinazione. Fanne la prova, come
un esercizio (da Blanche Grant).
Qualcosa che Orage aveva in comune con Ouspensky: il
disinteresse per la psicoanalisi. La psicoanalisi, secondo me, è una forma di
Voodoo con riti osceni (da Blanche Grant).
È stato detto di questo Metodo: “Non è: ‘Vieni e vedi’, ma ‘Vai
e fai’” … Le emozioni passeggere sono emozioni inferiori; le emozioni durature,
emozioni superiori (da Blanche Grant).
Il primo shock è l’autosservazione. Il secondo, la
contemplazione dello scopo dell’universo o dell’esistenza. L’autosservazione
è cercare di essere consapevoli di tutti i nostri fenomeni con
non-identificazione. L’osservazione che non porta con sé l’idea che ogni nostro
comportamento è il comportamento di esso (l’organismo), ci legherà ancora più
strettamente a esso. Continua a dire esso, esso, esso, esso. Io non sono esso. Io
non sono Orage. Io osserverò il comportamento di esso (da Sherman Manchester).
L’intervallo tra mi e sol richiede un aiuto o shock
esterno, mentre tra il si e il do lo shock richiesto può essere fornito da noi
stessi, dal nostro interno (da Sherman Manchester).
Tutte le droghe tendono a espellere le correnti magnetiche. Gurdjieff
ha detto che a nessuno dovrebbe essere consentito cominciare a lavorare in
questi gruppi che hanno fatto uso di droghe. Essi diventano apparentemente
folli. Nella risistemazione delle correnti magnetiche, finiscono fuori
equilibrio (da Sherman Manchester).
Nessuno ha il diritto di consigliare niente a chicchessia,
se non è in grado di seguire egli stesso quel consiglio, o qualcosa di più
difficile (da Sherman Manchester).
Siamo come bambini cui vengono dati milioni di dollari, e
non sappiamo cosa farci (da Sherman Manchester).
Conoscere è positivo, fare è negativo, essere è
neutralizzante. Senza il conoscere e il fare, l’essere non esiste (da Sherman
Manchester).
Il vero uomo è colui che sa perché vive. Se dici alla
pecora: “Tu vivi per dare carne e lana”, essa risponderebbe “Non capisco”. Allo
stesso modo, quando Belzebù dice: “Sei cibo per la luna e il sole”, tu rispondi
“Non capisco” (da Sherman Manchester).
Il teatro moderno esiste per due ragioni: il piacere e la
propaganda (Shaw). Esso non è mai usato come un “mistero”, perché non c’è un
pubblico per tale uso. Gurdjieff sostiene che ogni attore, oggi, recita dall’esterno
e non dall’interno. Egli dice che lo spettatore non viene mai sfidato da nessuna
manifestazione inattesa di un attore. Oggi il teatro non è un’esperienza, ma
una ri-esperienza. Gurdjieff la chiama titillazione, perché nei centri non
arriva alcun nuovo influsso, ma solo associazione. Procrea, ma non crea. Induce,
ma non produce stati … Il Mistero differiva dalla recita ordinaria perché introduceva
dei semitoni nell’ottava comune. Un poliziotto, a esempio, di tanto di tanto
manifestava la sua capacità di regolare la propria condotta introducendo azioni
determinate dalla sua anima e non dal ruolo o dall’imitazione. L’intento era
indurre nello spettatore l’aspettativa del normale: a quel punto, l’attore
passava dalla recita del ruolo alla rappresentazione propria di un essere
conscio. Questo richiedeva un elevato livello di ricettività nello spettatore (da
Sherman Manchester).
Queste poche citazioni non rendono giustizia delle centinaia
di pagine da cui sono tratte. Si spera però di aver suscitato l’interesse di
approfondire.
Tratto t'ho qui con ingegno e con arte;
lo tuo piacer omai prendi per duce;
fuor se' dell'erte vie, fuor se' dell'arte.