La caduta di Icaro
Il sole splendé come mai,
si prese tutte le divisioni degli uomini.
Eravamo uniti e solidali,
capaci d’accogliere i doni del cielo.
Guardate la terra incurvata,
che respiro largo.
Sempre così dovremmo camminare
– lunghi, curvi, sottili,
ponti da cielo a terra.
Una notizia correva tra gli orizzonti,
batteva nei sassi e gli animali,
“Siate pronti”.
E noi travisati, deformati, unico modo d’essere aperti.
Sarai accolto, angelo caduto, noi amiamo il tuo fallimento,
le ali bruciate,
materia prima della luce.
Riceverti ci apre il cuore
– anche la terra ti loda, è pronta.
Questa è casa tua.
La liberazione di San Pietro
Lo so,
la grata è sempre uguale,
i quadrati non cambiano.
Ripeti gli stessi schemi,
la vita un perimetro immutabile.
L’armatura è solo per rifletterti rigido,
a spigoli acuti.
Nessun’altra scelta che il sonno,
sia te sia i carcerieri.
Ma guarda
– un tocco nei punti giusti,
e superi le linee parallele.
Tu hai solo dimenticato.
Memorizza i varchi,
le colature sottili.
Guarda bene il sonno degli altri.
La prossima volta sarai solo.
Autoritratto
Il mondo ti sta guardando.
Le esperienze bizzarre che vivi
sono l’occhio del pianeta in te.
La tua vita non è più solo tua,
anche di chi ti guarda.
A ogni istante dai un abbraccio,
in te un punto centrale da cui voli a Dio,
gli uomini.
Se hai un dubbio
cerca sempre lo sguardo degli altri,
vi troverai un appoggio alla verità,
non sai come.
Hai la schiena eretta – sì – ma ti piace inclinarti,
osservare in tralice
e crearti
difficoltà.
Importa essere stupidi,
guardare le persone
con un sorriso da qualche parte nel corpo.
Per ritrarti ti sorprendi,
non riposi, ma cambi abitudini.
Fai una pausa inaspettata,
ti regali, vai oltre chi ti guarda.
Non sei un quadro.
Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.
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