A Camaldoli non c'è solo un eremo famoso, ma anche una delle più singolari librerie conventuali d'Italia: oltre ai consueti testi di mistica cristiana, vi troviamo trattati di filosofia orientale, cuscini e tappetini di meditazione. Una guida spiega che il monachesimo camaldolese, avendo in San Romualdo origini orientali, si sente autorizzato ad attingere alla spiritualità dell'Est: pertanto nel programma di questo complesso romanico-barocco troviamo lezioni di yoga, corsi di esicasmo e seminari sulla preghiera del cuore. Un luogo prezioso e tutto da esplorare, se non altro per la foresta che lo avvolge, ricca di alberi plurisecolari e spesso cavi, grazie ai quali nacque la fantastica leggenda dei camaldolesi come "omini bianchi che vivono dentro gli alberi".
Il monastero di clausura di Santa Maria del Sasso è puro Quattrocento fiorentino nel cuore del Casentino. I nomi che stanno dietro la sua edificazione sono Girolamo Savonarola e Lorenzo il Magnifico. Nei suoi sotterranei viene adorata, in mezzo alle rocce, la "Madonna del buio": un singolare culto di sospette origini pagane, oltre che un raro caso di coincidenza tra devozione popolare ed eccellenza artistica (la statua viene dalla bottega di Donatello). Il complesso monastico, ubicato sulle rive di un ruscello, ha un'aura speciale: da non perdere la visita al chiostro affrescato, i cui giardini vengono curati con amore dalle monache domenicane.
In Vallombrosa, lo Stato italiano compì un errore: al suo arrivo, allontanò i religiosi dall'abbazia resa celebre da Milton (prime pagine del Paradiso Perduto: "quelle forme d'angelo che giacevano là stupefatte, / fitte come le foglie dell'autunno che in Vallombrosa / ricoprono i ruscelli dove le ombre etrusche / si addensano in archi solenni", trad. R. Sanesi) per impiantarvi una scuola, circondata da una cittadina turistica di nuova fondazione. Il progetto fallì e dopo qualche decennio i Vallombrosani poterono tornare alla loro casa madre. Oggi le architetture vacanziere hanno un po' diluito l'energia del luogo, ma l'abbazia permane intensa. Se siete fortunati, potrà capitarvi di venire accolti, subito all'ingresso, da un monaco anziano che vi regalerà semplici pagine di una mistica senza tempo, accompagnandole con un soffio di voce: "Difficilmente ci vedremo ancora in questa vita -- Qui ci sono cose buone -- Il male si diffonde da sé, il bene invece va pigiato". Poi, sorridendo dolcemente, vi volterà le spalle e sparirà tra le ombre di Vallombrosa.
Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.
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